Essere peggio di una vecchia nel prendere le medicine.
E attenzione: tra poco ci saranno ben due new entry!!!
Dio, che tristezza.
lunedì 16 dicembre 2013
martedì 19 novembre 2013
Piove, piove ed è solo l'inizio...
Buongiorno!
Oggi piove ed è solo l'inizio di una settimana sotto la pioggia, io la detesto >.< amo l'inverno, ma assolutamente non la pioggia. Primo perchè le strade fanno schifo e la maggior parte degli automobilisti sembra essere cieco dell'esistenza di pedoni che fanno lo slalom tra marciapiedi allagati e arrivano a tutta velocità facendoti la doccia; secondo perchè l'umidità gonfia i capelli e/o li ondula e uno non è che può girare con la piastra per capelli dentro la borsetta (anche se, di fatto, ho quella pocket ma insomma, mi vergogno un po' a arrivare in comunità che sembro una barbona, andare in bagno e uscire stile red carpet). Infine, odio la pioggia perchè i treni fanno ritardo, in tutti i luoghi pubblici tutti i pavimenti sono scivolosi, tutti corrono avanti e indietro con ombrelli fradici che ti bagnano dovunque e insomma >.< non mi piace proprio sto tempo ._. ma dato che sembra che durerà una settimana.... conviene che mi abitui.
Ieri in terapia è stata pesante perchè c'era un mood super depressivo e abbiamo parlato di comportamenti automutilanti e ideazione suicidaria... i primi mi riguardavano in prima persona in quanto settimana scorsa ho avuto la grande idea di fare della mia pancia un libro di insulti graffiato, dopo veramente tanti anni che non lo facevo più. La stessa cosa è capitata anche ad un'altra ragazza, un'altra ancora era spaventata e assolutamente persa nel suo dolore e ci ha riportato il suo pensiero, mentre veniva in macchina, di spiaccicarsi contro al muro...
Inutile dire che tutto ciò ha fatto emergere la parte peggiore di me, quella ultradepressiva, quella che dice: "Sei una stupida perchè non hai le palle per morire, preferisce non-vivere in questo limbo di orrore". Le psicologhe hanno cercato di tirare su il morale e di sottolineare che se ognuna di noi in certi momenti sceglie di vivere non è per mancanza di coraggio, ma perchè c'è qualcosa che ci spinge oltre, verso la vita, la guarigione...
Non ne sono così convinta, ma ho deciso di lasciar perdere questo tema perchè è troppo doloroso e in questo momento credo sia sconveniente per me affrontarlo. Ho deciso di partire ad affrontare una cosa che mi crea molto disagio e che sento molto presente in questo momento della mia vita, anche se in realtà è una costante delle mie giornate: l'umore che passa dalle stelle alle stalle.
Ho creato una specie di schema costituito da una scala a 11 punti (visto che in psicologia si usano solo le scale a 5 o a 10 punti e mi da fastidio questa standardizzazione, ho creato la prima scala a 11 punti XD) così composta:
Oggi piove ed è solo l'inizio di una settimana sotto la pioggia, io la detesto >.< amo l'inverno, ma assolutamente non la pioggia. Primo perchè le strade fanno schifo e la maggior parte degli automobilisti sembra essere cieco dell'esistenza di pedoni che fanno lo slalom tra marciapiedi allagati e arrivano a tutta velocità facendoti la doccia; secondo perchè l'umidità gonfia i capelli e/o li ondula e uno non è che può girare con la piastra per capelli dentro la borsetta (anche se, di fatto, ho quella pocket ma insomma, mi vergogno un po' a arrivare in comunità che sembro una barbona, andare in bagno e uscire stile red carpet). Infine, odio la pioggia perchè i treni fanno ritardo, in tutti i luoghi pubblici tutti i pavimenti sono scivolosi, tutti corrono avanti e indietro con ombrelli fradici che ti bagnano dovunque e insomma >.< non mi piace proprio sto tempo ._. ma dato che sembra che durerà una settimana.... conviene che mi abitui.
Ieri in terapia è stata pesante perchè c'era un mood super depressivo e abbiamo parlato di comportamenti automutilanti e ideazione suicidaria... i primi mi riguardavano in prima persona in quanto settimana scorsa ho avuto la grande idea di fare della mia pancia un libro di insulti graffiato, dopo veramente tanti anni che non lo facevo più. La stessa cosa è capitata anche ad un'altra ragazza, un'altra ancora era spaventata e assolutamente persa nel suo dolore e ci ha riportato il suo pensiero, mentre veniva in macchina, di spiaccicarsi contro al muro...
Inutile dire che tutto ciò ha fatto emergere la parte peggiore di me, quella ultradepressiva, quella che dice: "Sei una stupida perchè non hai le palle per morire, preferisce non-vivere in questo limbo di orrore". Le psicologhe hanno cercato di tirare su il morale e di sottolineare che se ognuna di noi in certi momenti sceglie di vivere non è per mancanza di coraggio, ma perchè c'è qualcosa che ci spinge oltre, verso la vita, la guarigione...
Non ne sono così convinta, ma ho deciso di lasciar perdere questo tema perchè è troppo doloroso e in questo momento credo sia sconveniente per me affrontarlo. Ho deciso di partire ad affrontare una cosa che mi crea molto disagio e che sento molto presente in questo momento della mia vita, anche se in realtà è una costante delle mie giornate: l'umore che passa dalle stelle alle stalle.
Ho creato una specie di schema costituito da una scala a 11 punti (visto che in psicologia si usano solo le scale a 5 o a 10 punti e mi da fastidio questa standardizzazione, ho creato la prima scala a 11 punti XD) così composta:
0 = annichilimento/angoscia;
1 = disperazione/terrore;
2 =
abbandono;
3 = depressione;
4 = tristezza/dolore;
5 = nervosismo;
6 = speranza;
7 = contentezza;
8 = entusiasmo;
9 = orgoglio;
10 = felicità.
E ogni giorno devo sforzarmi di mettere una X sul mood che mi rappresenta meglio. Per me è veramente difficile perchè a parte identificare gli stati 0 e 10 non sono capace di individuare tutti gli altri e la maggior parte del tempo mi sento sconfinata in una terra di mezzo confusa e indefinibile.
Oggi, dopo un'attenta riflessione, sulla base del fatto che:
a) Sono un po' influenzata ma ho voglia di reagire;
b) Ho tante cose da fare e ho paura e al contempo voglia di farle
Direi che mi sento un 6, speranza, perchè in questo momento credo di potermi porre degli obiettivi raggiungibili.
L'obiettivo che mi sono posta nell'ideare questa scala è quello di cercare di capire come mi sento e quindi agire di conseguenza; mi spiego meglio: spesso quando non so come mi sento e ho solo una gran confusione in testa, questo stato mi genera un senso di irrequietezza che si ripercuote inevitabilmente sull'alimentazione. Se riesco invece a individuare il mio stato d'animo e quindi anche ciò che lo sostiene (eventi, sensazioni) penso di poter riuscire meglio a gestire l'alimentazione perchè non avrei più bisogno di utilizzarla come strumento per autoregolarmi, in quanto la mia autoregolazione dovrebbe generarsi da tutto il contesto che sostiene il mio stato d'animo.
Insomma, non so se mi sono spiegata :D comunque, visto che siamo in sperimentazione direi che non ho niente da perdere.... vediamo come va :) un bacione a tutte!
venerdì 15 novembre 2013
Chi non muore si rivede...
Ciao ragazze!
Scusate l'assenza prolungata... come tutti i periodi, anche questo è stato caratterizzato da alti molto alti e da bassi molto bassi... ma oggi ho deciso di tornare per raccontarvi le novità e per ricominciare questo percorso insieme a voi.
Laurea. Ho raggiunto il mio obiettivo del 110 e lode! Sono stata felicissima non tanto per il voto, quanto per il fatto che i miei genitori erano lì e per la prima volta li ho visti veramente orgogliosi di me. E' stato bellissimo riuscire finalmente a renderli felici e dato che spesso questa è stata la mia ragione di vita, ne sono stata veramente soddisfatta. Anche se questa sensazione non è durata molto, sono contenta che loro l'abbiano vissuta. Ovviamente poi c'è stato il rovescio della medaglia con mio fratello che se l'è presa perchè prima che io entrassi a discutere la tesi continuava a dirmi: "Ah non vedo l'ora di vedere la tua faccia quando ti dirò qual è il mio regalo" e io gli ho detto: "Guarda scusa ma ora ho altro a cui pensare"... e lui se l'è legata al dito. Fatto sta che il fatidico regalo era una cena fuori con lui e quindi vi lascio immaginare com'è andata... ho passato tutto il giorno ad abbuffarmi per l'angoscia.
Mini fuga d'amore col mio ragazzo. Il mio ragazzo è stato ovviamente più perspicace rispetto ai miei bisogni e mi ha portata come regalo di laurea due giorni in un posto lontano dal mondo in mezzo alla natura e agli animali... è stato bellissimo, finalmente abbiamo avuto l'occasione di stare insieme e ritrovarci. Scriverlo adesso mi sembra di averlo vissuto non so quanto tempo fa, mentre è passato meno di un mese!
Tirocinio. Ho iniziato il tirocinio post laurea nella comunità di tossicodipendenti... mi sto trovando benissimo con gli operatori e i pazienti, c'è un clima veramente familiare e dato che per me sentirmi parte di una famiglia continua ad essere il mio tallone d'achille, lì mi sento a casa. D'altra parte però mi sento un po' in difficoltà con il cibo perchè lì si mangia tutti insieme; io per fortuna essendo vegetariana mi porto le mie cose da casa ma poi magari si festeggia tizio o caio, un paziente cucina una cosa apposta per me e quindi va a finire che mangio sempre qualcosa in più! La cosa buona è che lì per lì non mi sento affatto in colpa, poi appena esco e torno a casa tutto va a rotoli... questa cosa devo perfezionarla.
Lavoro. Da domani inizio a lavorare presso un call center tutti i sabati e domeniche e festivi (tipo natale, capodanno ecc) dalle 10 del mattino alle 9 di sera. Si, è un suicidio ma dato che non ho tempo per fare altri lavori durante la settimana e il tirocinio post laurea ovviamente è gratuito, questo è l'unico modo per mettere da parte qualche soldo. Sinceramente poi vorrei prendere questa esperienza anche come un'opportunità per iniziare una dieta seria e mangiare molto meno durante il week end perchè questi chili di troppo non accennano ad andarsene (ovviamente perchè io sono una testa di cazzo, non per altro) e io ne ho piene le scatole. Vediamo come va domani.
Per il resto, ad oggi...... Per il resto, la situazione familiare è ritornata ad essere quella pre-laurea: mia mamma è arrabbiata con mio papà e si sfoga con me; mio papà mi usa come capro espiatorio delle sue arrabbiature e non mi parla; con i miei fratelli il rapporto per ora è stabile. Col mio ragazzo ci sono state discussioni sul nostro futuro perchè sembra che abbiamo aspirazioni divergenti... sinceramente se prima ero molto angosciata su questo ora mi sono calmata e credo che devo vivere il momento presente e per il futuro si vedrà.
La terapia continua anche lì tra alti e bassi... settimana scorsa mi sentivo completamente distrutta e volevo arrendermi. Arrendermi del tipo "buttarmi sotto a un treno" e non intendo in senso metaforico. Ho ricominciato a tagliarmi e questa volta ha assunto un'altra forma: mi sono scritta frasi assolutamente annichilenti sulle cosce e sulla pancia con la lametta. Del tipo "ti odio", "fai schifo". Mi ha calmato moltissimo, era da anni che non lo facevo e di fatto non sono felice di aver ricominciato. Ma adesso, ad esempio, non ne sento più il bisogno e per ora le croste mi bastano a ricordare la sensazione.
La cosa di cui sono più stufa sono queste oscillazioni estreme tra la vita e la morte, tra la voglia di arrendersi e la voglia di reagire, mi piacerebbe rimanere in un mood equilibrato almeno per una settimana.... ma sembra impossibile.
In tutto ciò mi faccio molte domande sulla mia vita come psicologa. Quando sono in comunità la mia parte malata svanisce ed emerge solo quella competente. E mi sento tale, sinceramente. Mi impegno moltissimo in qualsiasi cosa mi venga data e non per senso del dovere ma perchè mi piace. Poi esco di lì e la mia vita mi ritorna sulle spalle e mi chiedo: "Ma chi voglio prendere in giro? Sono più borderline di loro a momenti e pretendo invece di fare quella che ha qualcosa da insegnargli?"
E in effetti è strano sentir parlare gli operatori di diagnosi di disturbi di personalità dei pazienti che ho anche io e invece sentirmi diversa da loro. Certo, sono diversa: i miei agiti sono più contenuti, non hanno mai messo a rischio la mia vita e quella altrui, non hanno mai messo in discussione le regole della società e le leggi dello stato.... e allora perchè mi sento più simile a loro che a una persona normale, quando esco di lì?
Da un lato sono contenta di riuscire a scindermi quando sono lì con loro e riuscire ad essere professionale senza pensare ai miei problemi; dall'altra mi chiedo quanto sia giusto farlo.... credo che di questi aspetti ne parlerò in terapia.
Vi abbraccio tutte!
Lis.
Scusate l'assenza prolungata... come tutti i periodi, anche questo è stato caratterizzato da alti molto alti e da bassi molto bassi... ma oggi ho deciso di tornare per raccontarvi le novità e per ricominciare questo percorso insieme a voi.
Laurea. Ho raggiunto il mio obiettivo del 110 e lode! Sono stata felicissima non tanto per il voto, quanto per il fatto che i miei genitori erano lì e per la prima volta li ho visti veramente orgogliosi di me. E' stato bellissimo riuscire finalmente a renderli felici e dato che spesso questa è stata la mia ragione di vita, ne sono stata veramente soddisfatta. Anche se questa sensazione non è durata molto, sono contenta che loro l'abbiano vissuta. Ovviamente poi c'è stato il rovescio della medaglia con mio fratello che se l'è presa perchè prima che io entrassi a discutere la tesi continuava a dirmi: "Ah non vedo l'ora di vedere la tua faccia quando ti dirò qual è il mio regalo" e io gli ho detto: "Guarda scusa ma ora ho altro a cui pensare"... e lui se l'è legata al dito. Fatto sta che il fatidico regalo era una cena fuori con lui e quindi vi lascio immaginare com'è andata... ho passato tutto il giorno ad abbuffarmi per l'angoscia.
Mini fuga d'amore col mio ragazzo. Il mio ragazzo è stato ovviamente più perspicace rispetto ai miei bisogni e mi ha portata come regalo di laurea due giorni in un posto lontano dal mondo in mezzo alla natura e agli animali... è stato bellissimo, finalmente abbiamo avuto l'occasione di stare insieme e ritrovarci. Scriverlo adesso mi sembra di averlo vissuto non so quanto tempo fa, mentre è passato meno di un mese!
Tirocinio. Ho iniziato il tirocinio post laurea nella comunità di tossicodipendenti... mi sto trovando benissimo con gli operatori e i pazienti, c'è un clima veramente familiare e dato che per me sentirmi parte di una famiglia continua ad essere il mio tallone d'achille, lì mi sento a casa. D'altra parte però mi sento un po' in difficoltà con il cibo perchè lì si mangia tutti insieme; io per fortuna essendo vegetariana mi porto le mie cose da casa ma poi magari si festeggia tizio o caio, un paziente cucina una cosa apposta per me e quindi va a finire che mangio sempre qualcosa in più! La cosa buona è che lì per lì non mi sento affatto in colpa, poi appena esco e torno a casa tutto va a rotoli... questa cosa devo perfezionarla.
Lavoro. Da domani inizio a lavorare presso un call center tutti i sabati e domeniche e festivi (tipo natale, capodanno ecc) dalle 10 del mattino alle 9 di sera. Si, è un suicidio ma dato che non ho tempo per fare altri lavori durante la settimana e il tirocinio post laurea ovviamente è gratuito, questo è l'unico modo per mettere da parte qualche soldo. Sinceramente poi vorrei prendere questa esperienza anche come un'opportunità per iniziare una dieta seria e mangiare molto meno durante il week end perchè questi chili di troppo non accennano ad andarsene (ovviamente perchè io sono una testa di cazzo, non per altro) e io ne ho piene le scatole. Vediamo come va domani.
Per il resto, ad oggi...... Per il resto, la situazione familiare è ritornata ad essere quella pre-laurea: mia mamma è arrabbiata con mio papà e si sfoga con me; mio papà mi usa come capro espiatorio delle sue arrabbiature e non mi parla; con i miei fratelli il rapporto per ora è stabile. Col mio ragazzo ci sono state discussioni sul nostro futuro perchè sembra che abbiamo aspirazioni divergenti... sinceramente se prima ero molto angosciata su questo ora mi sono calmata e credo che devo vivere il momento presente e per il futuro si vedrà.
La terapia continua anche lì tra alti e bassi... settimana scorsa mi sentivo completamente distrutta e volevo arrendermi. Arrendermi del tipo "buttarmi sotto a un treno" e non intendo in senso metaforico. Ho ricominciato a tagliarmi e questa volta ha assunto un'altra forma: mi sono scritta frasi assolutamente annichilenti sulle cosce e sulla pancia con la lametta. Del tipo "ti odio", "fai schifo". Mi ha calmato moltissimo, era da anni che non lo facevo e di fatto non sono felice di aver ricominciato. Ma adesso, ad esempio, non ne sento più il bisogno e per ora le croste mi bastano a ricordare la sensazione.
La cosa di cui sono più stufa sono queste oscillazioni estreme tra la vita e la morte, tra la voglia di arrendersi e la voglia di reagire, mi piacerebbe rimanere in un mood equilibrato almeno per una settimana.... ma sembra impossibile.
In tutto ciò mi faccio molte domande sulla mia vita come psicologa. Quando sono in comunità la mia parte malata svanisce ed emerge solo quella competente. E mi sento tale, sinceramente. Mi impegno moltissimo in qualsiasi cosa mi venga data e non per senso del dovere ma perchè mi piace. Poi esco di lì e la mia vita mi ritorna sulle spalle e mi chiedo: "Ma chi voglio prendere in giro? Sono più borderline di loro a momenti e pretendo invece di fare quella che ha qualcosa da insegnargli?"
E in effetti è strano sentir parlare gli operatori di diagnosi di disturbi di personalità dei pazienti che ho anche io e invece sentirmi diversa da loro. Certo, sono diversa: i miei agiti sono più contenuti, non hanno mai messo a rischio la mia vita e quella altrui, non hanno mai messo in discussione le regole della società e le leggi dello stato.... e allora perchè mi sento più simile a loro che a una persona normale, quando esco di lì?
Da un lato sono contenta di riuscire a scindermi quando sono lì con loro e riuscire ad essere professionale senza pensare ai miei problemi; dall'altra mi chiedo quanto sia giusto farlo.... credo che di questi aspetti ne parlerò in terapia.
Vi abbraccio tutte!
Lis.
sabato 19 ottobre 2013
Depressione
Mi alzo dal letto, sono seduta e i piedi sfiorano il pavimento. Mi sento rincoglionita. Vado in bagno a fare la pipì. Comincio a prendere coscienza di me stessa. Di ciò che ho fatto ieri, di ciò che farò oggi, di ciò che succederà da qualche giorno. Non di ciò che sono perchè questa è una considerazione troppo, troppo difficile. Sono ciò che faccio, per ora. E ora... non faccio niente.
Quindi, non sono niente.
C'è un ombra sopra di me che diventa più nera man mano il mio cervello si sveglia.
La sento, è come una coperta spessa, che ti stringe, stringe sempre di più e non ti lascia respirare.
Non ti lascia vedere fuori, non ti lascia vedere dentro.
Ti immobilizza e ti costringe a rimanere così, in una terra di nessuno con nessuno attorno e niente dentro di te.
Completamente sola, abbandonata a lei.
Prendere tutte le mattine la pastiglia di antidepressivo mi fa ridere. Perchè devo sentirmi comunque così, nonostante quello?
La mia parte razionale a volte prende il sopravvento e analizza le situazioni contingenti... ieri mia madre ha detto così e io mi sono sentita cosà... ieri mio papà ha fatto così e io mi sono sentita cosà... ieri la mia amica, ieri il mio ragazzo, ieri tizio caio sempronio e io.... e io. Mi sento sempre male.
Cosa pretendo dal resto del mondo? Forse che esista un principe azzurro che mi salvi da queste tenebre. Ma non esiste. Io sono il principe azzurro di me stessa. Deve svegliarsi da questo torpore, rompere le catene e iniziare a vivere.
Io non ce la faccio. Non ce la faccio. Questa coperta nera e profonda mi avviluppa sempre di più e io mi sento stanca, così stanca, dico chiuderò gli occhi, solo per un minuto, solo per 5 minuti e poi...
il giorno si perde, tutti si muovono e io rimango qui
Intrappolata
In una foresta di catene fatte del mio stesso dolore.
Quindi, non sono niente.
C'è un ombra sopra di me che diventa più nera man mano il mio cervello si sveglia.
La sento, è come una coperta spessa, che ti stringe, stringe sempre di più e non ti lascia respirare.
Non ti lascia vedere fuori, non ti lascia vedere dentro.
Ti immobilizza e ti costringe a rimanere così, in una terra di nessuno con nessuno attorno e niente dentro di te.
Completamente sola, abbandonata a lei.
Prendere tutte le mattine la pastiglia di antidepressivo mi fa ridere. Perchè devo sentirmi comunque così, nonostante quello?
La mia parte razionale a volte prende il sopravvento e analizza le situazioni contingenti... ieri mia madre ha detto così e io mi sono sentita cosà... ieri mio papà ha fatto così e io mi sono sentita cosà... ieri la mia amica, ieri il mio ragazzo, ieri tizio caio sempronio e io.... e io. Mi sento sempre male.
Cosa pretendo dal resto del mondo? Forse che esista un principe azzurro che mi salvi da queste tenebre. Ma non esiste. Io sono il principe azzurro di me stessa. Deve svegliarsi da questo torpore, rompere le catene e iniziare a vivere.
Io non ce la faccio. Non ce la faccio. Questa coperta nera e profonda mi avviluppa sempre di più e io mi sento stanca, così stanca, dico chiuderò gli occhi, solo per un minuto, solo per 5 minuti e poi...
il giorno si perde, tutti si muovono e io rimango qui
Intrappolata
In una foresta di catene fatte del mio stesso dolore.
giovedì 17 ottobre 2013
Miss u
Ciao ragazze......
Scusatemi veramente per l'assenza prolungata, in questo mese sta succedendo tutto e niente!
Finalmente ho scoperto il giorno della mia laurea: sarà giovedi 24 ottobre e in questi giorni ho dovuto terminare tutte le trafile burocratiche per la tesi....
In questi giorni sono un po' triste e depressa, anche se non ne capisco il motivo. Negli ultimi 4 giorni ho avuto 3 abbuffate quindi non sto per niente bene, ma anche se scavo non trovo niente.
Con mio papà sta andando inspiegabilmente bene, con mia mamma ho chiarito ma non è cambiato nulla...
La mia migliore amica mi ha detto che secondo lei il mio stato d'animo è collegabile al "lutto" che sto vivendo per il termine di un pezzo importante della mia vita, l'università... lei che si è laureata a luglio mi ha detto che ha provato lo stesso senso di perdita e vuoto, soprattutto perchè non solo il futuro sembra incerto ma anche perchè io stessa non so cosa voglio...
Di fatto, non ho niente di nuovo da raccontarvi però ho letto i molti commenti che mi avete lasciato e volevo ringraziarvi per essere sempre pronte a leggere le mie parole. Inutile dire che ogni blog non avrebbe molto senso se non ci fossero lettori a cui si donano pezzettini di sè e che aiutano l'altro, anche solo per pochi minuti.
Oggi ricomincio la mia battaglia e la ricomincio studiando un po' e poi leggendo i vostri blog e ciò che mi sono persa...
Vi abbraccio tutte e anche se sono in mood nero profondo vi dico quello che il mio ragazzo mi ripete sempre nei momenti di sconforto:
Scusatemi veramente per l'assenza prolungata, in questo mese sta succedendo tutto e niente!
Finalmente ho scoperto il giorno della mia laurea: sarà giovedi 24 ottobre e in questi giorni ho dovuto terminare tutte le trafile burocratiche per la tesi....
In questi giorni sono un po' triste e depressa, anche se non ne capisco il motivo. Negli ultimi 4 giorni ho avuto 3 abbuffate quindi non sto per niente bene, ma anche se scavo non trovo niente.
Con mio papà sta andando inspiegabilmente bene, con mia mamma ho chiarito ma non è cambiato nulla...
La mia migliore amica mi ha detto che secondo lei il mio stato d'animo è collegabile al "lutto" che sto vivendo per il termine di un pezzo importante della mia vita, l'università... lei che si è laureata a luglio mi ha detto che ha provato lo stesso senso di perdita e vuoto, soprattutto perchè non solo il futuro sembra incerto ma anche perchè io stessa non so cosa voglio...
Di fatto, non ho niente di nuovo da raccontarvi però ho letto i molti commenti che mi avete lasciato e volevo ringraziarvi per essere sempre pronte a leggere le mie parole. Inutile dire che ogni blog non avrebbe molto senso se non ci fossero lettori a cui si donano pezzettini di sè e che aiutano l'altro, anche solo per pochi minuti.
Oggi ricomincio la mia battaglia e la ricomincio studiando un po' e poi leggendo i vostri blog e ciò che mi sono persa...
Vi abbraccio tutte e anche se sono in mood nero profondo vi dico quello che il mio ragazzo mi ripete sempre nei momenti di sconforto:
Non può piovere per sempre
mercoledì 9 ottobre 2013
Discussione
Ho appena finito di discutere animatamente con mia mamma.
Mio papà era uscito e lei, dal mutismo elettivo in cui si era chiusa, è venuta in cameretta e ha cominciato a parlare, parlare, parlare, incurante di quello che stavo facendo come suo solito.
Dopo un po', è venuto fuori l'argomento terapia. Lei mi chiede: "Ma come sta andando?" me l'ha già chiesto non so quante volte in questi giorni e mi sono rotta. Le ho detto: "Sta andando bene ma perchè continui a chiedermelo?" e lei: "Perchè io voglio che tu stia bene, che tu guarisca!".
Ho visto rosso.
Le ho detto: "Ah, tu vuoi che guarisca? Allora non preoccuparti di come va la terapia, perchè la terapia è una mia responsabilità. Preoccupati piuttosto di come ti comporti tu con te stessa e con tuo marito, pensa a risolvere i tuoi problemi, non i miei, prenditi le tue responsabilità di madre e di moglie e non prenderti responsabilità che invece non hai".
Questa storia delle responsabilità ormai mi è entrata dentro.
Lei, stile gnorri, dice: "Eh ma io con tuo padre non so cosa fare, è un muro, ogni volta che dico qualcosa..." l'ho interrotta e le ho detto: "No, mamma. Io non voglio che tu mi racconti queste cose. Sono stufa marcia. Sono problemi tuoi e come tali te li devi gestire." E lei: "Ma io non so cosa fare... non c'è via di uscita" e io: "C'è sempre una via di uscita. Probabilmente nel tuo caso è proprio quella che non vuoi prendere. Ma c'è. Se tu continui ad oscillare tra il "faccio qualcosa" "non faccio niente" sarai sempre insoddisfatta, ma se sei tu a prendere una decisione e a prenderti le responsabilità che essa comporta, vedrai che sarà tutto diverso. Finchè ti metti seduta ad aspettare che le cose cambino, le cose non cambieranno mai. Devi essere tu ad agire se vuoi che qualcosa si modifichi, altrimenti resterà sempre tutto così e a questo punto non hai nemmeno il diritto di lamentarti perchè tu non hai fatto niente affinchè le cose cambiassero".
Le son venuti gli occhi lucidi, è andata a fare il letto e basta. Io non ce la faccio più. Sono stufa di fare la psicologa, il marito, l'amica. Io sono sua figlia e lei è mia madre e io vorrei solo che lei fosse mia madre. Nient'altro. Invece... è sempre così difficile.
Mio papà era uscito e lei, dal mutismo elettivo in cui si era chiusa, è venuta in cameretta e ha cominciato a parlare, parlare, parlare, incurante di quello che stavo facendo come suo solito.
Dopo un po', è venuto fuori l'argomento terapia. Lei mi chiede: "Ma come sta andando?" me l'ha già chiesto non so quante volte in questi giorni e mi sono rotta. Le ho detto: "Sta andando bene ma perchè continui a chiedermelo?" e lei: "Perchè io voglio che tu stia bene, che tu guarisca!".
Ho visto rosso.
Le ho detto: "Ah, tu vuoi che guarisca? Allora non preoccuparti di come va la terapia, perchè la terapia è una mia responsabilità. Preoccupati piuttosto di come ti comporti tu con te stessa e con tuo marito, pensa a risolvere i tuoi problemi, non i miei, prenditi le tue responsabilità di madre e di moglie e non prenderti responsabilità che invece non hai".
Questa storia delle responsabilità ormai mi è entrata dentro.
Lei, stile gnorri, dice: "Eh ma io con tuo padre non so cosa fare, è un muro, ogni volta che dico qualcosa..." l'ho interrotta e le ho detto: "No, mamma. Io non voglio che tu mi racconti queste cose. Sono stufa marcia. Sono problemi tuoi e come tali te li devi gestire." E lei: "Ma io non so cosa fare... non c'è via di uscita" e io: "C'è sempre una via di uscita. Probabilmente nel tuo caso è proprio quella che non vuoi prendere. Ma c'è. Se tu continui ad oscillare tra il "faccio qualcosa" "non faccio niente" sarai sempre insoddisfatta, ma se sei tu a prendere una decisione e a prenderti le responsabilità che essa comporta, vedrai che sarà tutto diverso. Finchè ti metti seduta ad aspettare che le cose cambino, le cose non cambieranno mai. Devi essere tu ad agire se vuoi che qualcosa si modifichi, altrimenti resterà sempre tutto così e a questo punto non hai nemmeno il diritto di lamentarti perchè tu non hai fatto niente affinchè le cose cambiassero".
Le son venuti gli occhi lucidi, è andata a fare il letto e basta. Io non ce la faccio più. Sono stufa di fare la psicologa, il marito, l'amica. Io sono sua figlia e lei è mia madre e io vorrei solo che lei fosse mia madre. Nient'altro. Invece... è sempre così difficile.
martedì 8 ottobre 2013
...Mi viene da piangere
Capitano quei giorni che ti alzi male.
Ma oggi, non so. Sono agitata. In ansia. Sento l'angoscia che sale e il mio bisogno di mangiare. Mi sto trattenendo con tutte le mie forze da stamattina, stasera sarò a cena a casa del mio moroso e questo significa fronteggiare la suocera "imprevedibile"... volevo non mangiare troppo prima, ma ovviamente il pomeriggio è sempre il momento peggiore della giornata. Non ho fatto niente di irrecuperabile però. 30 gr di cereali, una mela e 1 cucchiaio di nutella. Poi sono andata in bagno, sono salita sul bordo della vasca e mi sono guardata allo specchio.
SONO GRASSA. GRASSAGRASSAGRASSA.
Ma la cosa angosciante è che sono GROSSA. Non solo grassa. Ho sempre sostenuto di avere la fisionomia di un comodino, cioè basso e largo....... l'ho sempre pensato, anche quando ero anoressica. Poi rivedendo le foto di allora mi sono resa conto che lì ero proprio magra, altro che comodino. Ma adesso? Ci sono dei rarissimi momenti in cui - forse - mi vedo per ciò che sono. E che dire. Non mi piaccio particolarmente ma non mi faccio nemmeno ribrezzo. E poi ci sono i momenti come questi. Momenti in cui Alice nel paese delle meraviglie che mangia il fungo e diventa enorme mi fa un baffo. Mi sento DEFORME. Sono DEFORME.
Non riesco ad avere un'immagine interna di me stessa. E' terribile. In un momento sono bella, in un altro brutta, in un momento magra, in un altro grassa... così non posso vivere. Non posso vivere sentendomi ogni giorno intrappolata in un corpo che non è il mio. Nessun corpo è il mio, perchè io non sono nessun corpo. Non c'è il corpo di Lisbeth, è stato abbandonato. Io sono solo mente e il mio corpo è andato alla deriva e io non so più chi sono. Non so più chi sono.
Vorrei solo piangere e piangere e piangere e addormentarmi e non svegliarmi più.
Ma oggi, non so. Sono agitata. In ansia. Sento l'angoscia che sale e il mio bisogno di mangiare. Mi sto trattenendo con tutte le mie forze da stamattina, stasera sarò a cena a casa del mio moroso e questo significa fronteggiare la suocera "imprevedibile"... volevo non mangiare troppo prima, ma ovviamente il pomeriggio è sempre il momento peggiore della giornata. Non ho fatto niente di irrecuperabile però. 30 gr di cereali, una mela e 1 cucchiaio di nutella. Poi sono andata in bagno, sono salita sul bordo della vasca e mi sono guardata allo specchio.
SONO GRASSA. GRASSAGRASSAGRASSA.
Ma la cosa angosciante è che sono GROSSA. Non solo grassa. Ho sempre sostenuto di avere la fisionomia di un comodino, cioè basso e largo....... l'ho sempre pensato, anche quando ero anoressica. Poi rivedendo le foto di allora mi sono resa conto che lì ero proprio magra, altro che comodino. Ma adesso? Ci sono dei rarissimi momenti in cui - forse - mi vedo per ciò che sono. E che dire. Non mi piaccio particolarmente ma non mi faccio nemmeno ribrezzo. E poi ci sono i momenti come questi. Momenti in cui Alice nel paese delle meraviglie che mangia il fungo e diventa enorme mi fa un baffo. Mi sento DEFORME. Sono DEFORME.
Non riesco ad avere un'immagine interna di me stessa. E' terribile. In un momento sono bella, in un altro brutta, in un momento magra, in un altro grassa... così non posso vivere. Non posso vivere sentendomi ogni giorno intrappolata in un corpo che non è il mio. Nessun corpo è il mio, perchè io non sono nessun corpo. Non c'è il corpo di Lisbeth, è stato abbandonato. Io sono solo mente e il mio corpo è andato alla deriva e io non so più chi sono. Non so più chi sono.
Vorrei solo piangere e piangere e piangere e addormentarmi e non svegliarmi più.
domenica 6 ottobre 2013
Tutto bianco / tutto nero
Visto che la scissione è un meccanismo di difesa principe nel DCA ho deciso di raccontarvi i fatti di questi giorni come li vedo io, o come li vedreste voi, per vedere la dicotomia del "tutto bianco/tutto nero" e cercare di superarla.
Tutto nero.
- Giovedi ho avuto un'abbuffata di quelle che non avevo da molto tempo. Con vomito. Il vomito di questa abbuffata è stato bellissimo. Passatemi il termine. Non so se accade anche a voi ma per me vomitare spesso non è facile e ci rinuncio dopo mezz'ora che ci tento perchè i pezzi vengono fuori lentamente e in quantità irrisoria. A volte, invece, mi capita un vomito stile esorcista veramente liberatorio. Pur nella tristezza e pateticità del gesto, quel vomito mi fa stare davvero bene. Quando ho finito non mi sento in colpa perchè i conati sono forti, travolgenti, e il vomito esplode a fiumi. E' violento, cattivo e buono allo stesso tempo. Quindi, per farla breve, giovedi è stata una giornata revival con tutte le migliori caratteristiche della bulimia unite insieme. Uno spettacolo da non perdere. Comunque, credo che l'origine dell'abbuffata sia da ricercarsi nella crisi del rapporto con mia mamma. Come vi ho detto che avevo paura che quel bell'equilibrio che avevamo raggiunto potesse rompersi, così è successo e io sono di nuovo in balia di me stessa. In realtà, non proprio come prima... credo che il suo aiuto mi abbia permesso di sperimentarmi in altre situazioni e quindi di fatto penso di essere effettivamente capace, da sola, di gestirmi più di prima. Ciò non toglie che le ricadute continueranno ad esserci per non so quanto tempo.
- Litigate sul gatto. Mia mamma, probabilmente accorgendosi che ce l'ho con lei, continua a stuzzicarmi con la storia del gatto. Non capisce niente, accidenti. Ieri mi rompeva perchè stavo per andare al gattile per vedere come stava il micio. Dato che sono stata io a portarlo, le volontarie mi hanno detto che potevo andare a trovarlo quando volevo e potevo chiedere come stava. Magari al micio non cambia niente, ma a me si! Pensarlo lì, da solo, mi fa una tristezza e mi si stringe il cuore. E' incredibile che mia madre non capisca e non riesco ancora a capacitarmi di questa sua stupida presa di posizione, volta solo ad infastidirmi (o a stemperare il suo senso di colpa, ma il senso di colpa è suo e io non ho intenzione di condividerlo con lei, quindi che impari a gestirselo, accidenti).
Tutto bianco.
- Venerdi sono andata a casa della mia migliore amica e abbiamo passato un pomeriggio/sera stupendo. Dato che qualche settimana fa avevo provato il famoso tailleur per la laurea e mi ero vista più o meno come un elefante in una cristalleria, con il supporto della psichiatra e delle psicologhe ("Cara, non devi vestirti alla tua laurea come i tuoi vorrebbero che ti vestissi, ma come tu ti senti a tuo agio!"), e con la compagnia della mia amica, sono andata a comprare un paio di jeans grigi e una maglietta da mettere sotto la giacca. A parte che non ridevo e non mi divertivo così da secoli, ma poi effettivamente le cose che ho preso mi piacciono molto ed è stato divertente fare shopping dopo una vita che non lo facevo. Inoltre, a casa della mia amica io mi trovo benissimo, i suoi genitori sono veramente dei grandi, lei ha un bellissimo rapporto con loro e ci credo, sono gente aperta, con un sacco di interessi e sanno sfruttare la loro vita. Mi sento molto legata a loro e mi piacerebbe passare più tempo lì.... il problema è che ovviamente mia madre mi rompe sempre le palle, perchè lei si vede depauperata del suo potere di madre e si sente esclusa.
- Ieri ho visto il mio ragazzo dopo la sua solita settimana lavorativa... abbiamo passato un pomeriggio/sera semplice: siamo andati al gattile, poi abbiamo cenato in un ristorantino e poi cinema. E poi.... abbiamo passato dei bellissimi minuti nella sua macchina al buio, non so se mi spiego :P Non so perchè, ma ieri mi sembrava di stare con lui da pochissimo, mi sentivo come quando stavamo insieme da poco e ancora c'era quella scintilla. In realtà la scintilla non se n'è mai andata e per stare insieme da quasi 8 anni non è mica poco. Stanotte finalmente dopo non so quanti mesi ho dormito benissimo, pesantemente, senza svegliarmi e senza sogni. E' merito suo, immagino. Lo amo, lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo e vorrei veramente che il tempo accelerasse, che io riesca ad avere un lavoro e che finalmente potremo andare a vivere insieme...
In generale mi sento sempre divisa in due comunque. Da una parte, la speranza per il futuro, dall'altra l'angoscia dell'eterno presente che rimane sempre statico. Da una parte, l'idea di star migliorando, dall'altra, la paura di diventare come non voglio. Da una parte, l'idea di passi avanti, dall'altra, l'idea di passi all'indietro. Sarebbe bello, per una volta, sentirsi sicure di ciò che si pensa, si prova, si vuole. Io non penso, provo, voglio mai niente di definito. Penso, provo, voglio tutto e il contrario di tutto, la maggior parte delle volte e non riesco a trovare me stessa.
Lis, dove sei?
Tutto nero.
- Giovedi ho avuto un'abbuffata di quelle che non avevo da molto tempo. Con vomito. Il vomito di questa abbuffata è stato bellissimo. Passatemi il termine. Non so se accade anche a voi ma per me vomitare spesso non è facile e ci rinuncio dopo mezz'ora che ci tento perchè i pezzi vengono fuori lentamente e in quantità irrisoria. A volte, invece, mi capita un vomito stile esorcista veramente liberatorio. Pur nella tristezza e pateticità del gesto, quel vomito mi fa stare davvero bene. Quando ho finito non mi sento in colpa perchè i conati sono forti, travolgenti, e il vomito esplode a fiumi. E' violento, cattivo e buono allo stesso tempo. Quindi, per farla breve, giovedi è stata una giornata revival con tutte le migliori caratteristiche della bulimia unite insieme. Uno spettacolo da non perdere. Comunque, credo che l'origine dell'abbuffata sia da ricercarsi nella crisi del rapporto con mia mamma. Come vi ho detto che avevo paura che quel bell'equilibrio che avevamo raggiunto potesse rompersi, così è successo e io sono di nuovo in balia di me stessa. In realtà, non proprio come prima... credo che il suo aiuto mi abbia permesso di sperimentarmi in altre situazioni e quindi di fatto penso di essere effettivamente capace, da sola, di gestirmi più di prima. Ciò non toglie che le ricadute continueranno ad esserci per non so quanto tempo.
- Litigate sul gatto. Mia mamma, probabilmente accorgendosi che ce l'ho con lei, continua a stuzzicarmi con la storia del gatto. Non capisce niente, accidenti. Ieri mi rompeva perchè stavo per andare al gattile per vedere come stava il micio. Dato che sono stata io a portarlo, le volontarie mi hanno detto che potevo andare a trovarlo quando volevo e potevo chiedere come stava. Magari al micio non cambia niente, ma a me si! Pensarlo lì, da solo, mi fa una tristezza e mi si stringe il cuore. E' incredibile che mia madre non capisca e non riesco ancora a capacitarmi di questa sua stupida presa di posizione, volta solo ad infastidirmi (o a stemperare il suo senso di colpa, ma il senso di colpa è suo e io non ho intenzione di condividerlo con lei, quindi che impari a gestirselo, accidenti).
Tutto bianco.
- Venerdi sono andata a casa della mia migliore amica e abbiamo passato un pomeriggio/sera stupendo. Dato che qualche settimana fa avevo provato il famoso tailleur per la laurea e mi ero vista più o meno come un elefante in una cristalleria, con il supporto della psichiatra e delle psicologhe ("Cara, non devi vestirti alla tua laurea come i tuoi vorrebbero che ti vestissi, ma come tu ti senti a tuo agio!"), e con la compagnia della mia amica, sono andata a comprare un paio di jeans grigi e una maglietta da mettere sotto la giacca. A parte che non ridevo e non mi divertivo così da secoli, ma poi effettivamente le cose che ho preso mi piacciono molto ed è stato divertente fare shopping dopo una vita che non lo facevo. Inoltre, a casa della mia amica io mi trovo benissimo, i suoi genitori sono veramente dei grandi, lei ha un bellissimo rapporto con loro e ci credo, sono gente aperta, con un sacco di interessi e sanno sfruttare la loro vita. Mi sento molto legata a loro e mi piacerebbe passare più tempo lì.... il problema è che ovviamente mia madre mi rompe sempre le palle, perchè lei si vede depauperata del suo potere di madre e si sente esclusa.
- Ieri ho visto il mio ragazzo dopo la sua solita settimana lavorativa... abbiamo passato un pomeriggio/sera semplice: siamo andati al gattile, poi abbiamo cenato in un ristorantino e poi cinema. E poi.... abbiamo passato dei bellissimi minuti nella sua macchina al buio, non so se mi spiego :P Non so perchè, ma ieri mi sembrava di stare con lui da pochissimo, mi sentivo come quando stavamo insieme da poco e ancora c'era quella scintilla. In realtà la scintilla non se n'è mai andata e per stare insieme da quasi 8 anni non è mica poco. Stanotte finalmente dopo non so quanti mesi ho dormito benissimo, pesantemente, senza svegliarmi e senza sogni. E' merito suo, immagino. Lo amo, lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo e vorrei veramente che il tempo accelerasse, che io riesca ad avere un lavoro e che finalmente potremo andare a vivere insieme...
In generale mi sento sempre divisa in due comunque. Da una parte, la speranza per il futuro, dall'altra l'angoscia dell'eterno presente che rimane sempre statico. Da una parte, l'idea di star migliorando, dall'altra, la paura di diventare come non voglio. Da una parte, l'idea di passi avanti, dall'altra, l'idea di passi all'indietro. Sarebbe bello, per una volta, sentirsi sicure di ciò che si pensa, si prova, si vuole. Io non penso, provo, voglio mai niente di definito. Penso, provo, voglio tutto e il contrario di tutto, la maggior parte delle volte e non riesco a trovare me stessa.
Lis, dove sei?
martedì 1 ottobre 2013
Varie ed eventuali
Dalle stelle alle stalle. Ieri pomeriggio mentre tornavo a casa ho visto un gattino veramente piccolo che miagolava nel bel mezzo di una strada affollata di macchine che sfrecciavano. Non ci ho pensato due volte e mi sono fiondata per tirarlo via e ci ho messo un po' per recuperarlo da sotto una macchina parcheggiata, l'ho preso e l'ho portato a casa.
Premessa: io ho sempre desiderato un gatto da quando ho memoria, ma i miei non hanno mai voluto (e non ne ho mai capiti i motivi).
Lo ammetto: mi ero illusa della possibilità di tenerlo, ma certo non mi aspettavo una reazione del genere. Arrivo a casa e mia mamma mi guarda con due occhi così O_O e mi dice: "Portalo via subito!"
Dopo una discussione in cui sembrava che io fossi una persona orribile e mia mamma una povera vittima ha osato dirmi: "Riportalo dove lo hai trovato". Ma siamo impazziti?
Ho preso e sono andata al gattile, l'unico posto sicuro in cui potevo portarlo. Non c'era posto e mi hanno chiesto se avessi potuto tenerlo anche solo un paio di giorni. Ho detto loro che avrei voluto ma che non potevo a causa dei miei. Hanno dovuto metterlo in un trasportino perchè non c'era posto da nessuna parte. Mi si è stretto il cuore. E ho passato la notte a piangere a pensarlo lì in un minuscolo trasportino da solo a miagolare mentre avrebbe potuto stare in una cesta di fianco al mio letto.
Da ieri non riesco più a parlare a mia mamma senza aggredirla. Mi infastidisce solo la sua presenza. Come può essere così crudele? Come può pensare solo a se stessa? Io capisco che ritrovarsi un gattino in casa se non l'hai mai voluto possa spiazzare, ma almeno renditi conto che in quel momento non devi pensare nè a cosa vuoi tu nè a cosa voglio io, ma di cosa ha bisogno quel piccolo essere vivente! Era lui ad essere spaventato, solo, infreddolito, potenzialmente ferito e assolutamente innocuo, e doveva essere difeso. Mi aspettavo che mia mamma mi avrebbe permesso di prendermi cura di lui almeno un paio di giorni, per dare tempo al gattile di trovare posto. No. Zero. Pura indifferenza. Non ho mai visto tanto disprezzo in vita mia.
Inutile dire che tutto ciò che avevo recuperato con mia mamma nei giorni scorsi è andato a puttane. La mia mente continua a pensare: "Sei una stupida! Lo sai benissimo che lei ti delude sempre, perchè tutte le volte ci ricaschi?". E questo pensiero non è solo dovuto all'episodio del gatto. Lo stesso giorno ho avuto un colloquio con la psichiatra che mi ha detto che avrebbe voluto chiamare mia mamma per chiederle di partecipare al gruppo genitori (che sarebbe un parallelo della terapia di gruppo che faccio io, solo con i genitori delle pazienti). L'ho comunicato a mia mamma: "Guarda che potrebbe chiamarti la psichiatra chiedendoti di partecipare al gruppo genitori". Lei si è subito innervosita. "Ma perchè, questa situazione non mi piace, come faccio ad arrivare fino a là, come lo giustifico a tuo padre..." Le ho detto: "E' una tua scelta, puoi rispondere alla psichiatra si o no".
La psichiatra mi ha fatto notare una cosa molto importante: nella mia famiglia i legami sono molto "vischiosi" e tutti si appoggiano l'uno sull'altro. Invece ognuno ha le sue responsabilità quindi io devo smetterla di farmi carico di quelle degli altri. La psichiatra ha detto, testuali parole: I tuoi genitori hanno bisogno di essere svezzati. E' una frase forte. Ma penso rispecchi la realtà.
Anoressiche realtà. Oggi sono andata in università. Mentre aspettavo il treno sulla banchina ho visto una ragazza, da dietro. Era magrissima, le gambe avevano lo stesso diametro dei miei avambracci e probabilmente i suoi jeans non mi sarebbero entrati nemmeno se li avessi scuciti e avessi provato a far entrare una gamba sola in uno dei due "buchi". Aveva i capelli che sembravano paglia ed erano molto radi, si vedeva insomma il cranio sotto quei ciuffi quasi elettrici. Si è girata. Aveva gli occhi celesti giganteschi a confronto col viso magro, ma stranamente non eccessivamente emaciato (per intenderci: non aveva le guance incavate, credo solo perchè non avesse fisiologicamente gli zigomi sporgenti). In tutta la mia carriera da "ragazza con DCA" non ho mai visto una ragazza così malmessa. Portava sulle spalle uno zainetto che sembrava pesasse una tonnellata per lei e quando l'ha preso per metterselo sulle spalle si vedeva la fatica che faceva. Sul treno, si è messa in una posizione dalla quale potevo sbirciarla senza che lei mi vedesse. Erano le 14.30. Lei ha iniziato a frugare nello zaino e ha tirato fuori un sacchetto tipo quelli da freezer. Era legato con un chilometro di scotch che ha tolto a casaccio. Dal modo in cui fremevano le sue mani mi è sembrato che stesse quasi per avere una crisi bulimica: era lì che strappava e apriva in maniera quasi animalesca. Tira fuori un pacchetto di patatine piccolo e ci mette un po per aprirlo. Poi finalmente lo apre. Prende una patatina. Chiude il pacchetto. Richiude il sacchetto con lo scotch. Chiude lo zaino. Prende la patatina. Spezza un minuscolo pezzettino e se lo ficca in bocca. Spezza e sgranocchia, spezza e sgranocchia. Così finchè la patatina è finita. Sorriso soddisfatto sul suo volto. La lingua continua a vagare tra i denti per un minuto buono finchè tutte le particelle infinitesimali di patatina sono state prese. Sorride. Sorride. Sembra che abbia 50 anni. Ha il viso rugoso. Ha il viso triste. Sorride.
Premessa: io ho sempre desiderato un gatto da quando ho memoria, ma i miei non hanno mai voluto (e non ne ho mai capiti i motivi).
Lo ammetto: mi ero illusa della possibilità di tenerlo, ma certo non mi aspettavo una reazione del genere. Arrivo a casa e mia mamma mi guarda con due occhi così O_O e mi dice: "Portalo via subito!"
Dopo una discussione in cui sembrava che io fossi una persona orribile e mia mamma una povera vittima ha osato dirmi: "Riportalo dove lo hai trovato". Ma siamo impazziti?
Ho preso e sono andata al gattile, l'unico posto sicuro in cui potevo portarlo. Non c'era posto e mi hanno chiesto se avessi potuto tenerlo anche solo un paio di giorni. Ho detto loro che avrei voluto ma che non potevo a causa dei miei. Hanno dovuto metterlo in un trasportino perchè non c'era posto da nessuna parte. Mi si è stretto il cuore. E ho passato la notte a piangere a pensarlo lì in un minuscolo trasportino da solo a miagolare mentre avrebbe potuto stare in una cesta di fianco al mio letto.
Da ieri non riesco più a parlare a mia mamma senza aggredirla. Mi infastidisce solo la sua presenza. Come può essere così crudele? Come può pensare solo a se stessa? Io capisco che ritrovarsi un gattino in casa se non l'hai mai voluto possa spiazzare, ma almeno renditi conto che in quel momento non devi pensare nè a cosa vuoi tu nè a cosa voglio io, ma di cosa ha bisogno quel piccolo essere vivente! Era lui ad essere spaventato, solo, infreddolito, potenzialmente ferito e assolutamente innocuo, e doveva essere difeso. Mi aspettavo che mia mamma mi avrebbe permesso di prendermi cura di lui almeno un paio di giorni, per dare tempo al gattile di trovare posto. No. Zero. Pura indifferenza. Non ho mai visto tanto disprezzo in vita mia.
Inutile dire che tutto ciò che avevo recuperato con mia mamma nei giorni scorsi è andato a puttane. La mia mente continua a pensare: "Sei una stupida! Lo sai benissimo che lei ti delude sempre, perchè tutte le volte ci ricaschi?". E questo pensiero non è solo dovuto all'episodio del gatto. Lo stesso giorno ho avuto un colloquio con la psichiatra che mi ha detto che avrebbe voluto chiamare mia mamma per chiederle di partecipare al gruppo genitori (che sarebbe un parallelo della terapia di gruppo che faccio io, solo con i genitori delle pazienti). L'ho comunicato a mia mamma: "Guarda che potrebbe chiamarti la psichiatra chiedendoti di partecipare al gruppo genitori". Lei si è subito innervosita. "Ma perchè, questa situazione non mi piace, come faccio ad arrivare fino a là, come lo giustifico a tuo padre..." Le ho detto: "E' una tua scelta, puoi rispondere alla psichiatra si o no".
La psichiatra mi ha fatto notare una cosa molto importante: nella mia famiglia i legami sono molto "vischiosi" e tutti si appoggiano l'uno sull'altro. Invece ognuno ha le sue responsabilità quindi io devo smetterla di farmi carico di quelle degli altri. La psichiatra ha detto, testuali parole: I tuoi genitori hanno bisogno di essere svezzati. E' una frase forte. Ma penso rispecchi la realtà.
Anoressiche realtà. Oggi sono andata in università. Mentre aspettavo il treno sulla banchina ho visto una ragazza, da dietro. Era magrissima, le gambe avevano lo stesso diametro dei miei avambracci e probabilmente i suoi jeans non mi sarebbero entrati nemmeno se li avessi scuciti e avessi provato a far entrare una gamba sola in uno dei due "buchi". Aveva i capelli che sembravano paglia ed erano molto radi, si vedeva insomma il cranio sotto quei ciuffi quasi elettrici. Si è girata. Aveva gli occhi celesti giganteschi a confronto col viso magro, ma stranamente non eccessivamente emaciato (per intenderci: non aveva le guance incavate, credo solo perchè non avesse fisiologicamente gli zigomi sporgenti). In tutta la mia carriera da "ragazza con DCA" non ho mai visto una ragazza così malmessa. Portava sulle spalle uno zainetto che sembrava pesasse una tonnellata per lei e quando l'ha preso per metterselo sulle spalle si vedeva la fatica che faceva. Sul treno, si è messa in una posizione dalla quale potevo sbirciarla senza che lei mi vedesse. Erano le 14.30. Lei ha iniziato a frugare nello zaino e ha tirato fuori un sacchetto tipo quelli da freezer. Era legato con un chilometro di scotch che ha tolto a casaccio. Dal modo in cui fremevano le sue mani mi è sembrato che stesse quasi per avere una crisi bulimica: era lì che strappava e apriva in maniera quasi animalesca. Tira fuori un pacchetto di patatine piccolo e ci mette un po per aprirlo. Poi finalmente lo apre. Prende una patatina. Chiude il pacchetto. Richiude il sacchetto con lo scotch. Chiude lo zaino. Prende la patatina. Spezza un minuscolo pezzettino e se lo ficca in bocca. Spezza e sgranocchia, spezza e sgranocchia. Così finchè la patatina è finita. Sorriso soddisfatto sul suo volto. La lingua continua a vagare tra i denti per un minuto buono finchè tutte le particelle infinitesimali di patatina sono state prese. Sorride. Sorride. Sembra che abbia 50 anni. Ha il viso rugoso. Ha il viso triste. Sorride.
sabato 28 settembre 2013
Della serie: "Capitano tutte a me"
Oh ragazze.
I tempi dei miei post giornalieri sembrano essere finiti accidenti >.<
Questi giorni sono stati di PURO TERRORE.
Vi capita mai di pensare: "Ma uffa, perchè sono sempre io la sfigata di turno?", magari in quei momenti pieni di cose da fare che tutti riescono a gestire e noi no, perchè veniamo sempre scelte dalla sfiga per pagare il prezzo della nostra ingenuità.
L'altro giorno sono andata a ritirare le tesi stampate: ero tutta contenta. Arrivo a casa, mi collego per verificare che la tesi che dovevo mandare in segreteria era stata ricevuta e mi ritrovo una mail della segreteria che mi dice: "Siamo stati informati che lei ha anche un secondo relatore. La preghiamo di inserirlo nella prima pagina della tesi". Panico.
1) Non pensavo nemmeno esistesse un "secondo relatore"
2) Il "secondo relatore" in questione (ovvero la povera ragazza che si è sorbita le mie crisi durante tutta la stesura della tesi) non mi ha mai detto che lei sarebbe stata il secondo relatore
3) Il giorno prima di stampare ero passata dal relatore e figuriamoci se lui mi aveva detto qualcosa!
Ma non è finita qui. Vi tralascio i dettagli, la sostanza è che c'erano altri due errori in copertina dettati dalla mia stupida tendenza a fidarmi di quelli che io reputo "più intelligenti di me". La mia "seconda relatrice" mi aveva mandato il frontespizio già fatto e io non sono mica stata lì a controllarlo, temendo che avrei potuto fare pasticci. Non avrei dovuto fidarmi, cavolo!
Morale della favola: ho dovuto far stampare altre 3 copie e quindi mi ritrovo con un milione di tesi, un sacco di soldi buttati via e un rancore represso. Anzi, non molto represso dato che quel fatidico pomeriggio l'ho passato a piangere e a prendere in seria considerazione la possibilità di buttarmi dal balcone. I miei pensieri erano del tipo: "Se non sono capace nemmeno di fare il frontespizio figuriamoci se mi merito di laurearmi".
Ma poi, grazie a dio, i pensieri della terapia si sono attivati e ho iniziato a riprendermi. Comunque, sinceramente a oggi, anche se è passato pochissimo tempo, ne parlo molto meno angosciata e in generale mi è passata. Comunque, spero nei prossimi giorni di non avere più sorprese di questo tipo e di poter scrivere di più :P
Una piccola precisazione sul vestito visti i commenti del precedente post... in realtà non è un tailleur, è un pantalone blu che io ho abbinato ad una giacca dello stesso blu che però ha delle screziature bianche... in generale è si elegante però niente di eccessivo ecco! Noi dato che abbiamo due lauree (la triennale e la magistrale) alla prima ci vestiamo come i barboni, alla seconda invece dato che è più "seria" tendiamo a metterci un pochino meglio :P
I tempi dei miei post giornalieri sembrano essere finiti accidenti >.<
Questi giorni sono stati di PURO TERRORE.
Vi capita mai di pensare: "Ma uffa, perchè sono sempre io la sfigata di turno?", magari in quei momenti pieni di cose da fare che tutti riescono a gestire e noi no, perchè veniamo sempre scelte dalla sfiga per pagare il prezzo della nostra ingenuità.
L'altro giorno sono andata a ritirare le tesi stampate: ero tutta contenta. Arrivo a casa, mi collego per verificare che la tesi che dovevo mandare in segreteria era stata ricevuta e mi ritrovo una mail della segreteria che mi dice: "Siamo stati informati che lei ha anche un secondo relatore. La preghiamo di inserirlo nella prima pagina della tesi". Panico.
1) Non pensavo nemmeno esistesse un "secondo relatore"
2) Il "secondo relatore" in questione (ovvero la povera ragazza che si è sorbita le mie crisi durante tutta la stesura della tesi) non mi ha mai detto che lei sarebbe stata il secondo relatore
3) Il giorno prima di stampare ero passata dal relatore e figuriamoci se lui mi aveva detto qualcosa!
Ma non è finita qui. Vi tralascio i dettagli, la sostanza è che c'erano altri due errori in copertina dettati dalla mia stupida tendenza a fidarmi di quelli che io reputo "più intelligenti di me". La mia "seconda relatrice" mi aveva mandato il frontespizio già fatto e io non sono mica stata lì a controllarlo, temendo che avrei potuto fare pasticci. Non avrei dovuto fidarmi, cavolo!
Morale della favola: ho dovuto far stampare altre 3 copie e quindi mi ritrovo con un milione di tesi, un sacco di soldi buttati via e un rancore represso. Anzi, non molto represso dato che quel fatidico pomeriggio l'ho passato a piangere e a prendere in seria considerazione la possibilità di buttarmi dal balcone. I miei pensieri erano del tipo: "Se non sono capace nemmeno di fare il frontespizio figuriamoci se mi merito di laurearmi".
Ma poi, grazie a dio, i pensieri della terapia si sono attivati e ho iniziato a riprendermi. Comunque, sinceramente a oggi, anche se è passato pochissimo tempo, ne parlo molto meno angosciata e in generale mi è passata. Comunque, spero nei prossimi giorni di non avere più sorprese di questo tipo e di poter scrivere di più :P
Una piccola precisazione sul vestito visti i commenti del precedente post... in realtà non è un tailleur, è un pantalone blu che io ho abbinato ad una giacca dello stesso blu che però ha delle screziature bianche... in generale è si elegante però niente di eccessivo ecco! Noi dato che abbiamo due lauree (la triennale e la magistrale) alla prima ci vestiamo come i barboni, alla seconda invece dato che è più "seria" tendiamo a metterci un pochino meglio :P
mercoledì 25 settembre 2013
Chi non muore si rivede!
Ciao ragazze!
Questi giorni sono stati pienissimi di cose da fare e non ho avuto il tempo di collegarmi!
Come al solito sono divisa da sentimenti contrastanti... vi avessi scritto ieri lo stesso post avrei detto che andava benissimo e che finalmente mi sembrava di migliorare, invece oggi mi è tornato il calo depressivo e con lui il craving fortissimo.
Stanotte alle 5 mi sono svegliata da un sogno in cui mi abbuffavo di nutella e per la successiva ora ho continuato a pensare di andare in cucina a mangiare qualcosa. E' stato bruttissimo, perchè non mi era mai capitato prima di avere questa "voglia notturna". Ovviamente non mi sono alzata e, per fortuna, dopo un po' mi sono riaddormentata.
I giorni scorsi sono stati belli perchè ho avuto occasione di passare bei momenti col mio ragazzo e mia mamma, fare una buona seduta terapeutica, andare a stampare la tesi, ricominciare la palestra e vedere che i miei vecchi compagni si ricordano di me e sono felici di vedermi, non scioccati perchè ho messo 2 chili dall'ultima volta che ci siamo visti (credo che non se ne sia accorto nessuno)....
Tuttavia, oggi ho fatto la prova del tailleur della laurea con le scarpe e... quando mi sono guardata allo specchio sono scoppiata a piangere. Sono grossa, grassa, enorme. La mia preoccupazione è: occuperò tutta la sala lauree. Odio queste forme, odio il fatto che il mio corpo sembri così grosso rispetto alla testa e soprattutto - probabilmente sono una delle poche ragazze al mondo - odio il mio seno.
Sono bassa (158 cm) eppure ho quasi una quarta di seno, una terza abbondante diciamo. E' troppo, troppo grosso, spunta dovunque e io lo detesto. Quando ero anoressica, ovviamente, avevo perso peso anche lì e avevo una seconda. Mi piacevo perchè tutto era proporzionato. Ero piccina, seno piccolo, pancino piatto, gambine... ero tutta ina. Adesso sono tutta ona.
Uffa... oltretutto già sarà un giorno angosciante, dovrò discutere di fronte a 8 super professori mentre dietro c'è tutta la mia famiglia che mi guarda; in più, io sarò imbarazzatissima e non mi sentirò a mio agio col vestito e sono certa che qualunque commento su questo verrà interpretato come negativo e io mi sentirò ancora peggio e........ (parte il loop di pensieri negativi che vi risparmio).
Insomma. Oggi la depressione è galoppante. Ho avuto momenti di craving talmente forte che mi stavo mangiando le mani, altri momenti di piena intenzione di digiunare.
Ho rinunciato sia al craving che al digiuno.
Sono qui, con gli stessi problemi di 8 anni fa solo per un motivo, ovvero il fatto che ho continuato a dargli retta. Ora basta. Sono così e non ci posso far niente. Mi vedo grassa e "va bene", per ora l'alimentazione è ok, se continuo così probabilmente vedrò qualche risultato.
Vedremo.
Domani ho la pesata con la dietista... sono molto angosciata. Ma passerà anche questa.
Un abbraccio a tutte,
Lis.
Questi giorni sono stati pienissimi di cose da fare e non ho avuto il tempo di collegarmi!
Come al solito sono divisa da sentimenti contrastanti... vi avessi scritto ieri lo stesso post avrei detto che andava benissimo e che finalmente mi sembrava di migliorare, invece oggi mi è tornato il calo depressivo e con lui il craving fortissimo.
Stanotte alle 5 mi sono svegliata da un sogno in cui mi abbuffavo di nutella e per la successiva ora ho continuato a pensare di andare in cucina a mangiare qualcosa. E' stato bruttissimo, perchè non mi era mai capitato prima di avere questa "voglia notturna". Ovviamente non mi sono alzata e, per fortuna, dopo un po' mi sono riaddormentata.
I giorni scorsi sono stati belli perchè ho avuto occasione di passare bei momenti col mio ragazzo e mia mamma, fare una buona seduta terapeutica, andare a stampare la tesi, ricominciare la palestra e vedere che i miei vecchi compagni si ricordano di me e sono felici di vedermi, non scioccati perchè ho messo 2 chili dall'ultima volta che ci siamo visti (credo che non se ne sia accorto nessuno)....
Tuttavia, oggi ho fatto la prova del tailleur della laurea con le scarpe e... quando mi sono guardata allo specchio sono scoppiata a piangere. Sono grossa, grassa, enorme. La mia preoccupazione è: occuperò tutta la sala lauree. Odio queste forme, odio il fatto che il mio corpo sembri così grosso rispetto alla testa e soprattutto - probabilmente sono una delle poche ragazze al mondo - odio il mio seno.
Sono bassa (158 cm) eppure ho quasi una quarta di seno, una terza abbondante diciamo. E' troppo, troppo grosso, spunta dovunque e io lo detesto. Quando ero anoressica, ovviamente, avevo perso peso anche lì e avevo una seconda. Mi piacevo perchè tutto era proporzionato. Ero piccina, seno piccolo, pancino piatto, gambine... ero tutta ina. Adesso sono tutta ona.
Uffa... oltretutto già sarà un giorno angosciante, dovrò discutere di fronte a 8 super professori mentre dietro c'è tutta la mia famiglia che mi guarda; in più, io sarò imbarazzatissima e non mi sentirò a mio agio col vestito e sono certa che qualunque commento su questo verrà interpretato come negativo e io mi sentirò ancora peggio e........ (parte il loop di pensieri negativi che vi risparmio).
Insomma. Oggi la depressione è galoppante. Ho avuto momenti di craving talmente forte che mi stavo mangiando le mani, altri momenti di piena intenzione di digiunare.
Ho rinunciato sia al craving che al digiuno.
Sono qui, con gli stessi problemi di 8 anni fa solo per un motivo, ovvero il fatto che ho continuato a dargli retta. Ora basta. Sono così e non ci posso far niente. Mi vedo grassa e "va bene", per ora l'alimentazione è ok, se continuo così probabilmente vedrò qualche risultato.
Vedremo.
Domani ho la pesata con la dietista... sono molto angosciata. Ma passerà anche questa.
Un abbraccio a tutte,
Lis.
venerdì 20 settembre 2013
Uffaaaaaaaaaaaa
Oggi è una giornata di quelle toste.
Ho avuto la brillante idea di pesarmi... ieri le mie cose sono finite quindi mi sono sgonfiata, ho fatto una montagna di cacca prima di colazione (scusate la schiettezza) e quindi ho pensato: "Perchè no?" beh... perchè... perchè sono una grassa vacca accidenti!
Sono 54.5, di nuovo.
Una parte di me avrebbe voglia di implodere, l'altra parte cerca di rassicurare la prima dicendo: Tesoro, stai facendo piccoli passi avanti, si, ma finchè le tue abbuffate prevedono di consumare il fabbisogno calorico di due uomini obesi non puoi aspettarti grandi cambiamenti...
già.
Il problema è che questo mio nuovo status quo mi sta sbarellando di brutto perchè non riesco nemmeno più ad andare in palestra. Sapere che persone che l'anno scorso mi avevano vista con 6 chili in meno mi vedano di nuovo e si accorgano della mia immensa adiposità, mi mette un'angoscia tremenda. Sto facendo step in casa, 30 minuti al giorno circa e non voglio aumentare troppo perchè altrimenti le ginocchia cominciano a "cigolare"... insomma, è un gatto che si morde la coda.
Come se non bastasse, oltre a gestire questa orrenda notiziaccia oggi mi aspetta:
1) Un pomeriggio in compagnia del mio ragazzo col quale la situazione non si è risolta e ha dato spazio ad una tensione che si può toccare con mano;
2) Una serata a casa del mio ragazzo, a cena con i suoi genitori. Sono angosciatissima perchè, al contrario di Lauretta che quando parlava della suocera che le preparava le cose apposta per lei mi ha fatto cadere la mandibola, la mia "suocera" è una vera stronza. Le poche volte che sono andata da loro e il mio ragazzo mi diceva: "Mangiamo la pizza, così non ti angosci" lei decideva all'ultimo minuto che la pizza non andava bene e preparava primi, secondi, contorni e dolci. Stasera sono "obbligata" ad andare per varie ragioni e spero veramente che vada tutto bene. Il mio ragazzo ieri mi ha detto che ha suggerito a sua mamma di fare un solo piatto, in modo da non mettermi ansia, ma so già che non lo farà. Oltretutto, anche loro non mi vedono da parecchi mesi perciò sono angosciatissima di quello che diranno su di me (perchè anche loro di solito non si risparmiano commenti. Quando ero anoressica, anche se non dimagrivo, ogni volta che sua mamma mi vedeva doveva dirmi: "Come sei sciupata..." ... adesso ho paura del: "Uau, ora si che sei bella pienotta!" oh, dio >.<)
Ho voglia di piangere e odio me stessa perchè in questi momenti penso: "Era molto meglio quando ero anoressica". Già. Molto meglio. Che testa di cazzo che sono.
Ho avuto la brillante idea di pesarmi... ieri le mie cose sono finite quindi mi sono sgonfiata, ho fatto una montagna di cacca prima di colazione (scusate la schiettezza) e quindi ho pensato: "Perchè no?" beh... perchè... perchè sono una grassa vacca accidenti!
Sono 54.5, di nuovo.
Una parte di me avrebbe voglia di implodere, l'altra parte cerca di rassicurare la prima dicendo: Tesoro, stai facendo piccoli passi avanti, si, ma finchè le tue abbuffate prevedono di consumare il fabbisogno calorico di due uomini obesi non puoi aspettarti grandi cambiamenti...
già.
Il problema è che questo mio nuovo status quo mi sta sbarellando di brutto perchè non riesco nemmeno più ad andare in palestra. Sapere che persone che l'anno scorso mi avevano vista con 6 chili in meno mi vedano di nuovo e si accorgano della mia immensa adiposità, mi mette un'angoscia tremenda. Sto facendo step in casa, 30 minuti al giorno circa e non voglio aumentare troppo perchè altrimenti le ginocchia cominciano a "cigolare"... insomma, è un gatto che si morde la coda.
Come se non bastasse, oltre a gestire questa orrenda notiziaccia oggi mi aspetta:
1) Un pomeriggio in compagnia del mio ragazzo col quale la situazione non si è risolta e ha dato spazio ad una tensione che si può toccare con mano;
2) Una serata a casa del mio ragazzo, a cena con i suoi genitori. Sono angosciatissima perchè, al contrario di Lauretta che quando parlava della suocera che le preparava le cose apposta per lei mi ha fatto cadere la mandibola, la mia "suocera" è una vera stronza. Le poche volte che sono andata da loro e il mio ragazzo mi diceva: "Mangiamo la pizza, così non ti angosci" lei decideva all'ultimo minuto che la pizza non andava bene e preparava primi, secondi, contorni e dolci. Stasera sono "obbligata" ad andare per varie ragioni e spero veramente che vada tutto bene. Il mio ragazzo ieri mi ha detto che ha suggerito a sua mamma di fare un solo piatto, in modo da non mettermi ansia, ma so già che non lo farà. Oltretutto, anche loro non mi vedono da parecchi mesi perciò sono angosciatissima di quello che diranno su di me (perchè anche loro di solito non si risparmiano commenti. Quando ero anoressica, anche se non dimagrivo, ogni volta che sua mamma mi vedeva doveva dirmi: "Come sei sciupata..." ... adesso ho paura del: "Uau, ora si che sei bella pienotta!" oh, dio >.<)
Ho voglia di piangere e odio me stessa perchè in questi momenti penso: "Era molto meglio quando ero anoressica". Già. Molto meglio. Che testa di cazzo che sono.
Day 17
Day 17: What have you done so far to keep yourself going?
Mah, fin'ora non è che sia stata sempre sulla retta via... i miei work in progress sono:
- Cercare di credere di più in me stessa e nelle mie idee
- Trovarmi per amarmi per ciò che sono
- Smetterla di pendere dalle labbra altrui e provare a vivere in autonomia
Oggi devo dire che è andata piuttosto bene. Il mio D.A. ha previsto:
Colazione: 30 gr di crusca + 150 ml latte scremato
Spuntino: 1 mela piccola
Pranzo: 100 gr philadelphia balance, 4 crackers integrali, verdure miste, 2 lingue di gatto
Merenda: 1 pera grossa e 1 yogurt
Cena: 90 gr di sgombro al naturale, verdure miste, 1 fetta e mezza di pane ai cereali, 2 pesche e 1 mini muffin al cioccolato fatto da me, del quale vi lascio la ricetta perchè ha davvero poche calorie rispetto a un muffin normale!!
x 11 Muffin:
120 gr di farina (io ho usato quella integrale)
50 gr di zucchero (io ho usato quello di canna)
30 gr di granella di nocciole
150 ml di latte scremato
1 cucchiaio di olio
3 cucchiai di cacao amaro
mezza bustina di lievito.
Procedimento: unire tutti gli ingredienti secchi in una ciotola; unire l'olio e il latte in un'altra ciotola e poi aggiungerli al composto secco. Riempire i pirottini di carta per circa 2/3. Preriscaldare il forno a 180° e infornare per 20/25 minuti.
Kcal per muffin: 94
Ovviamente, se si toglie la granella di nocciole si risparmiano ben 180 kcal (cioè sarebbero 78 kcal a muffin) per cui a voi la scelta :)
ed eccoli qua:
Mah, fin'ora non è che sia stata sempre sulla retta via... i miei work in progress sono:
- Cercare di credere di più in me stessa e nelle mie idee
- Trovarmi per amarmi per ciò che sono
- Smetterla di pendere dalle labbra altrui e provare a vivere in autonomia
Oggi devo dire che è andata piuttosto bene. Il mio D.A. ha previsto:
Colazione: 30 gr di crusca + 150 ml latte scremato
Spuntino: 1 mela piccola
Pranzo: 100 gr philadelphia balance, 4 crackers integrali, verdure miste, 2 lingue di gatto
Merenda: 1 pera grossa e 1 yogurt
Cena: 90 gr di sgombro al naturale, verdure miste, 1 fetta e mezza di pane ai cereali, 2 pesche e 1 mini muffin al cioccolato fatto da me, del quale vi lascio la ricetta perchè ha davvero poche calorie rispetto a un muffin normale!!
x 11 Muffin:
120 gr di farina (io ho usato quella integrale)
50 gr di zucchero (io ho usato quello di canna)
30 gr di granella di nocciole
150 ml di latte scremato
1 cucchiaio di olio
3 cucchiai di cacao amaro
mezza bustina di lievito.
Procedimento: unire tutti gli ingredienti secchi in una ciotola; unire l'olio e il latte in un'altra ciotola e poi aggiungerli al composto secco. Riempire i pirottini di carta per circa 2/3. Preriscaldare il forno a 180° e infornare per 20/25 minuti.
Kcal per muffin: 94
Ovviamente, se si toglie la granella di nocciole si risparmiano ben 180 kcal (cioè sarebbero 78 kcal a muffin) per cui a voi la scelta :)
ed eccoli qua:
Day 16 (ieri) + angoscia, ansia e nuovi alleati (che speriamo non siano mercenari)
Day 16: Picture of a non-food reward that you enjoy.
Ieri mi sono fatta le unghie, ed era veramente ora dato che lo smalto precedente cadeva in pezzi. Sarò stupida, ma non ho ancora capito come si fa a fare l'effetto delle righe con questo smalto: io tengo la calamita vicino all'unghia subito dopo aver steso lo smalto, ma non fa assolutamente nulla o.O boh, sarò incamata io (ovviamente la foto non è mia!)
Allora... quante cose da raccontare. Andiamo con ordine.
Angoscia e ansia. Derivano dalla tesi. Mi sono stupita che non ne ho ancora parlato, ma dato che oggi è venerdi e mi sto letteralmente cagando addosso (almeno l'ansia fa da lassativo, rallegriamoci) ho deciso di parlarvene.
L'1 ottobre è il termine ultimo per presentare la tesi in segreteria completa di microfiches (la vaccata più grande della storia delle tesi magistrali). Per stampare tutto ci vogliono circa 2 giorni: se porti le cose lunedi te le consegnano mercoledi, per intenderci. Io odio profondamente fare le cose all'ultimo minuto, e questo è il motivo per cui ho deciso di laurearmi ad ottobre. E invece... devo comunque fare le cose di fretta! Ho portato la tesi al mio relatore lunedi, ma lui l'ha ricevuta martedi e ad oggi non mi ha ancora risposto. Io speravo ardentemente mi rispondesse ieri, di modo tale che, se avessi avuto correzioni da fare, le avrei fatte ieri sera, oggi sarei andata da lui per eventuali chiarimenti e lunedi avrei potuto stampare tutto. Invece ieri non mi ha cagata di striscio, e sebbene siano solo le 9.10 di venerdi mattina ho la sensazione che nemmeno oggi mi risponderà.
E io potrei morire se questo succedesse! Settimana prossima è una settimana infernale perchè sia lunedi che martedi sono tutto il giorno in giro per cose varie (terapia, colloquio di tirocinio, dentista) e quindi non avrò tempo di fare pressochè nulla.
L'ultimo giorno utile per portare tutto in copisteria, nel peggiore dei casi, è giovedi. Così, avrei tutto pronto per il 30 di settembre e potrei andare direttamente in segreteria a consegnare tutto. Ma questa ipotesi mi mette un'ansia pazzesca perchè sarei agli sgoccioli e non potrei gestire nessun imprevisto.
Dato che però non posso fare niente nè per accellerare i tempi, nè per cambiare le cose, tanto vale cercare di tranquillizzarsi e aspettare.
A parole è facile, convincersene davvero un po' meno (dall'inizio di questo post a questo punto sono andata in bagno già 2 volte... dite che mi sto autoconvincendo? Naaaah).
Nuovi alleati. Questa è una vera news. Ieri pomeriggio sono uscita con mia mamma e ho colto l'occasione per parlarle. Domani mio papà partirà per lavoro per una settimana, perciò saremo solo io e lei in casa; dato che lei è l'unica della famiglia che sa qualcosa dei miei problemi, sa che vado in terapia e che prendo farmaci, è anche l'unica che può darmi una mano. Dato che di solito si limita ad osservare passivamente i miei comportamenti e a volte si unisce all'indignazione degli altri inconsapevole di ferirmi, ieri le ho parlato. Le ho parlato del mio problema a trattenermi col cibo soprattutto dopo i pasti principali e le ho chiesto di aiutarmi a seguire queste regole:
1 - Si mangia ai pasti principali (colazione, pranzo, merenda, cena) insieme, sedute al tavolo
2 - Dopo i pasti principali, la porta della cucina resterà chiusa, a meno che non ci siano lavori da fare in cucina (pulire, cucinare)
3 - Nessun cibo dovrà essere portato fuori dalla cucina e consumato altrove
4 - Qualsiasi scusa io mi inventi per convincerti che la mia è vera fame e non è il craving è falsa
5 - Se mi offendo, sbatto la porta o urlo sappi che non sono io ma è quella stronza puttanella che vuole ingozzarsi fino a morire
Spero che questa volta mi aiuti sul serio e spero soprattutto che non me lo rinfacci prima o poi, come fa di solito....... da quando c'è questa situazione di incertezza col mio ragazzo mi sento particolarmente sola e ho bisogno di riuscire a tirarmi un pochino su altrimenti non vivo più.
Comunque, questa nuova situazione in realtà mi ha aiutata già da ieri sera. Ieri sera, alle 19, mio fratello si è auto-invitato e quindi si è deciso all'ultimo minuto di mangiare la pizza. Panico. Ieri avevo mangiato carboidrati e quindi non avrei potuto mangiare anche la pizza a cena. Come se non bastasse, mio fratello ha portato dei biscotti di pasticceria (lingue di gatto al cioccolato e baci di dama al cioccolato). Alla fine ho mangiato 3/4 di pizza con le verdure senza mozzarella, 1 kiwi, 2 lingue di gatto e 5 baci di dama. Certo, ho mangiato oggettivamente tanto, ma non mi sono abbuffata . Per me questa è una grande vittoria perchè di solito la pizza è propedeutica all'abbuffata, figuriamoci con i dolci a fine pasto. Dopo, avevo voglia di abbuffarmi, ma mia mamma mi è venuta vicino mentre stavo piegando la tovaglia e mi ha sussurrato all'orecchio: la cucina è chiusa. Vai di là, così nascondo i biscottini!
Certo, da una parte è patetico che in casa mia qualcuno debba nascondere le cose perchè altrimenti io mi ingozzo, però dall'altra parte sono felice. Perchè finalmente mi sembra che lei non mi stia giudicando, ma stia tentando di capirmi. Spero davvero di non sbagliarmi.
Un abbraccio a tutte,
Lis.
mercoledì 18 settembre 2013
Day 15
Day 15: You’ve lasted OVER TWO WEEKS! How does that feel?
Beh, se DAVVERO non mi fossi abbuffata per due settimane sarei felicissima...
Però non so, i giorni di depressione credo siano stati utili. Da quando sono tornata dalle vacanze, sebbene il rientro sia stato traumatico (il giorno in cui sono partita per tornare mi sono abbuffata no-stop) non sta andando così male, di sicuro poteva andare molto peggio.
Mi sto progressivamente spostando dall'idea di dimagrire all'idea di smetterla con le abbuffate... ora il mio obiettivo deve essere centrato sul secondo, perchè il primo verrà di conseguenza... ma di certo non posso dimagrire se continuo ad abbuffarmi, perciò tutto torna!
Oggi poi mi sento particolarmente ispirata forse grazie ad un libro che ho letto (l'ho letto tutto questo pomeriggio, perchè è piccolino - 180 pag circa - ma credo che lo rileggerò con più calma... a proposito di questo: a volte io coi libri mi sento un po' "bulimica" xkè li leggo con voracità e li finisco in un soffio e poi magari dopo un mese mi sono dimenticata cose importanti... riesco a godermeli solo le volte successive che lo leggo, con calma e potendoci riflettere), che alcune di voi probabilmente conosceranno: la dieta Skinny Bitch. Mi è piaciuto moltissimo perchè le due autrici (una ex modella e una agente di modelle) sono veramente due grandissime donne. In un pomeriggio mi hanno fatta ridere, stupire di sentire donne di quel tipo parlare di certe cose, profondamente commossa per quello che scrivono e soprattutto del fatto che da questo libro emerge una grande intelligenza, una grande cultura e un'enorme voglia di vivere la vita nel migliore dei modi. Forse era questo che mi mancava, una spinta. Non so. Oggi mi sento bene.
D.A. di oggi:
Colazione: 30 gr di crusca + 125 ml di latte scremato
Spuntino: pesca
Pranzo: zuppa con zucca e fagioli rossi fatta da me + 2 fette di pane ai cereali abbrustolite + 1 mela
Merenda: 30 gr di cereali integrali al cioccolato + 1 yogurt alla prugna + 1 pera piccola
Cena: 6 polpettine di soia fatte da me + fagiolini + 1 patata lessa + 1 mela
Tra un'oretta sentirò il mio ragazzo al tel... speriamo bene....
Beh, se DAVVERO non mi fossi abbuffata per due settimane sarei felicissima...
Però non so, i giorni di depressione credo siano stati utili. Da quando sono tornata dalle vacanze, sebbene il rientro sia stato traumatico (il giorno in cui sono partita per tornare mi sono abbuffata no-stop) non sta andando così male, di sicuro poteva andare molto peggio.
Mi sto progressivamente spostando dall'idea di dimagrire all'idea di smetterla con le abbuffate... ora il mio obiettivo deve essere centrato sul secondo, perchè il primo verrà di conseguenza... ma di certo non posso dimagrire se continuo ad abbuffarmi, perciò tutto torna!
Oggi poi mi sento particolarmente ispirata forse grazie ad un libro che ho letto (l'ho letto tutto questo pomeriggio, perchè è piccolino - 180 pag circa - ma credo che lo rileggerò con più calma... a proposito di questo: a volte io coi libri mi sento un po' "bulimica" xkè li leggo con voracità e li finisco in un soffio e poi magari dopo un mese mi sono dimenticata cose importanti... riesco a godermeli solo le volte successive che lo leggo, con calma e potendoci riflettere), che alcune di voi probabilmente conosceranno: la dieta Skinny Bitch. Mi è piaciuto moltissimo perchè le due autrici (una ex modella e una agente di modelle) sono veramente due grandissime donne. In un pomeriggio mi hanno fatta ridere, stupire di sentire donne di quel tipo parlare di certe cose, profondamente commossa per quello che scrivono e soprattutto del fatto che da questo libro emerge una grande intelligenza, una grande cultura e un'enorme voglia di vivere la vita nel migliore dei modi. Forse era questo che mi mancava, una spinta. Non so. Oggi mi sento bene.
D.A. di oggi:
Colazione: 30 gr di crusca + 125 ml di latte scremato
Spuntino: pesca
Pranzo: zuppa con zucca e fagioli rossi fatta da me + 2 fette di pane ai cereali abbrustolite + 1 mela
Merenda: 30 gr di cereali integrali al cioccolato + 1 yogurt alla prugna + 1 pera piccola
Cena: 6 polpettine di soia fatte da me + fagiolini + 1 patata lessa + 1 mela
Tra un'oretta sentirò il mio ragazzo al tel... speriamo bene....
martedì 17 settembre 2013
Day 14 (ieri)
Day 14: Do you think your binging is emotional?
Certo che si! Penso che la maggior parte delle persone che si rifugia nel cibo lo fa perchè non è capace di affrontare le sue emozioni in modi più sani/più costruttivi... e le emozioni sono sempre quelle che portano le persone a fare uso di droga, correre in macchina, autoferirsi e quant'altro... le emozioni sono quelle che dovrebbero farci apprezzare di più l'essenza della vita, ci permettono di modularci in base all'esterno, eppure sono un'arma a doppio taglio veramente potente perchè chi non le sa gestire è in balia di esse... e si fa del male pur di metterle a tacere.
Ieri dal punto di vista alimentare è andata bene; non ho recuperato l'abbuffata perchè ai pasti ero sempre con i miei, però tutto sommato sono soddisfatta, ho mangiato cose sane e per un giorno mi sono sentita quasi normale.
Purtroppo sul fronte "ragazzo" non è andata altrettanto bene... ieri scrivevo che ho paura di perderlo e di essere abbandonata, e che questo è un filo costante nella mia vita. Infatti, sebbene lui sia la relazione più lunga che abbia mai avuto (quasi 8 anni), con i ragazzi precedenti la storia seguiva uno schema sempre uguale:
1 - conoscenza
2 - desiderio di seduzione
3 - coppia
4 - paura di essere abbandonata
5 - abbandono (da parte mia)
Solo una volta, la prima, io sono stata abbandonata e dato che questa cosa mi ha segnata profondamente (è vero, avevo 13 anni ed ero una marmocchia ma quando rivedo adesso in giro il mio primo fidanzatino io mi nascondo dietro ai muri affinchè non mi veda >.<) le mie "relazioni" successive, per quanto fossero superficiali, sono sempre state caratterizzate dal fatto che io dovevo avere il coltello dalla parte del manico. So che sembrerò una stronza, ma nelle mie prime relazioni non credo di essere stata veramente coinvolta; mi si accendeva la scintilla solo nel momento in cui vedevo un ragazzo che non avevo conquistato e quindi, come se fosse una sfida con me stessa, mi sentivo in dovere di conquistarlo. Una volta fatto perdeva il suo valore e quindi lo scaricavo. Si, una vera stronza.
Ma col mio attuale ragazzo le cose sono andate diversamente. Quando l'ho visto la prima volta è come se mi fosse passata della corrente elettrica per tutto il corpo, c'era una luce intorno a lui e il tempo si era fermato e io volavo per aria. Me la ricorderò per sempre quella scena, quelle emozioni, e l'ho capito subito che lui era quello giusto per me. Per questo ci sono andata coi piedi di piombo, non mi sono fiondata "alla conquista", ma abbiamo giocato "ad armi pari". Questo mi ha portata ad essere vulnerabile... e quindi profondamente angosciata.
Tutto questo per dirvi che la mia modalità di difesa dall'angoscia di essere abbandonata è... l'abbandono. E questo è un problema. Quando lui mi ferisce, io gli restituisco pan per focaccia. Ad esempio, ieri sera lui mi aveva detto che ci saremmo sentiti verso le 22-22.30. Io alle 21.30 mi sono messa a letto, avevo le mie cose e non mi sentivo tanto bene, gli ho scritto che avevo mal di pancia e ho spento il cell. Stamattina ho visto che mi aveva scritto che era dispiaciuto e che non gli è piaciuto che non ci siamo sentiti. Una parte di me urlava: "BEH, ALLORA, COME CI SI SENTE BRUTTO STRONZO????" però io non voglio... fare così. Non è giusto. Lui lavora, si sta facendo un mazzo tanto, e io gli sto sempre addosso e in un modo o nell'altro gliela faccio pagare. Mi sento una stronza.
E come al solito mi ritrovo qui, divisa in due, tra due sentimenti opposti di amore e odio e so benissimo che quando mi chiamerà oggi farò la stronza e mi sentirò in colpa dopo, oppure sarò amorevole e poi mi abbufferò, e io mi sono rotta di questa tiritera infinita. E' sempre la stessa storia, possibile che io non sappia fare altro che incastrarmi sempre nelle stesse stronzate?
Sono le 8 e mezza del mattino e sono già stanca... vorrei mettermi sotto alle coperte e non svegliarmi più.
Certo che si! Penso che la maggior parte delle persone che si rifugia nel cibo lo fa perchè non è capace di affrontare le sue emozioni in modi più sani/più costruttivi... e le emozioni sono sempre quelle che portano le persone a fare uso di droga, correre in macchina, autoferirsi e quant'altro... le emozioni sono quelle che dovrebbero farci apprezzare di più l'essenza della vita, ci permettono di modularci in base all'esterno, eppure sono un'arma a doppio taglio veramente potente perchè chi non le sa gestire è in balia di esse... e si fa del male pur di metterle a tacere.
Ieri dal punto di vista alimentare è andata bene; non ho recuperato l'abbuffata perchè ai pasti ero sempre con i miei, però tutto sommato sono soddisfatta, ho mangiato cose sane e per un giorno mi sono sentita quasi normale.
Purtroppo sul fronte "ragazzo" non è andata altrettanto bene... ieri scrivevo che ho paura di perderlo e di essere abbandonata, e che questo è un filo costante nella mia vita. Infatti, sebbene lui sia la relazione più lunga che abbia mai avuto (quasi 8 anni), con i ragazzi precedenti la storia seguiva uno schema sempre uguale:
1 - conoscenza
2 - desiderio di seduzione
3 - coppia
4 - paura di essere abbandonata
5 - abbandono (da parte mia)
Solo una volta, la prima, io sono stata abbandonata e dato che questa cosa mi ha segnata profondamente (è vero, avevo 13 anni ed ero una marmocchia ma quando rivedo adesso in giro il mio primo fidanzatino io mi nascondo dietro ai muri affinchè non mi veda >.<) le mie "relazioni" successive, per quanto fossero superficiali, sono sempre state caratterizzate dal fatto che io dovevo avere il coltello dalla parte del manico. So che sembrerò una stronza, ma nelle mie prime relazioni non credo di essere stata veramente coinvolta; mi si accendeva la scintilla solo nel momento in cui vedevo un ragazzo che non avevo conquistato e quindi, come se fosse una sfida con me stessa, mi sentivo in dovere di conquistarlo. Una volta fatto perdeva il suo valore e quindi lo scaricavo. Si, una vera stronza.
Ma col mio attuale ragazzo le cose sono andate diversamente. Quando l'ho visto la prima volta è come se mi fosse passata della corrente elettrica per tutto il corpo, c'era una luce intorno a lui e il tempo si era fermato e io volavo per aria. Me la ricorderò per sempre quella scena, quelle emozioni, e l'ho capito subito che lui era quello giusto per me. Per questo ci sono andata coi piedi di piombo, non mi sono fiondata "alla conquista", ma abbiamo giocato "ad armi pari". Questo mi ha portata ad essere vulnerabile... e quindi profondamente angosciata.
Tutto questo per dirvi che la mia modalità di difesa dall'angoscia di essere abbandonata è... l'abbandono. E questo è un problema. Quando lui mi ferisce, io gli restituisco pan per focaccia. Ad esempio, ieri sera lui mi aveva detto che ci saremmo sentiti verso le 22-22.30. Io alle 21.30 mi sono messa a letto, avevo le mie cose e non mi sentivo tanto bene, gli ho scritto che avevo mal di pancia e ho spento il cell. Stamattina ho visto che mi aveva scritto che era dispiaciuto e che non gli è piaciuto che non ci siamo sentiti. Una parte di me urlava: "BEH, ALLORA, COME CI SI SENTE BRUTTO STRONZO????" però io non voglio... fare così. Non è giusto. Lui lavora, si sta facendo un mazzo tanto, e io gli sto sempre addosso e in un modo o nell'altro gliela faccio pagare. Mi sento una stronza.
E come al solito mi ritrovo qui, divisa in due, tra due sentimenti opposti di amore e odio e so benissimo che quando mi chiamerà oggi farò la stronza e mi sentirò in colpa dopo, oppure sarò amorevole e poi mi abbufferò, e io mi sono rotta di questa tiritera infinita. E' sempre la stessa storia, possibile che io non sappia fare altro che incastrarmi sempre nelle stesse stronzate?
Sono le 8 e mezza del mattino e sono già stanca... vorrei mettermi sotto alle coperte e non svegliarmi più.
Day 13
Day 13: What are you doing to make sure you’re drinking enough water? (This is key!)
Su questo punto non ho problemi: al giorno bevo circa 2 litri/2 litri e mezzo di acqua, e infatti devo sempre andare a fare la pipì... 'sta cosa mi è rimasta da quando ero anoressica e bevevo tutto il giorno per non mangiare, e adesso ovviamente non funziona più :S
Vorrei parlarvi di ieri sera.......
Io e il mio ragazzo, di solito, ci sentiamo al telefono dopo cena, di solito verso le 21.30. Durante il giorno non riusciamo spesso a sentirci, a causa del suo lavoro, ma a volte mi chiama all'ora di pranzo oppure ci scriviamo degli sms...
Ieri, aspetto come tutte le sere che mi scriva un messaggio per dirmi di chiamarlo (ho le chiamate gratis), ma non arriva niente.... aspetto, magari è in ritardo..... alle 21.40 gli scrivo: "io sono qui, quando vuoi dimmi che ti chiamo". Niente. Alle 21.50. Niente. Alle 22. Niente. Provo a chiamarlo. Non risponde. Di nuovo. Non risponde. 22.10. Non risponde.
Mi è venuto il panico. Ovviamente ho pensato anche: "magari è ancora al lavoro" però subito ho anche pensato: "Si, ma in quel caso mi avrebbe avvisato". Mi sentivo sperduta non sapevo cosa fare. Ho chiamato a casa sua, alle 22.15. Mi ha risposto sua madre. Che mi dice: "Si guarda, ci ha mandato un messaggio verso le 20 dicendo che avrebbe fatto tardi e di non aspettarlo per cena ma noi gli abbiamo risposto che lo avremmo aspettato ma lui ci ha ri-risposto dicendoci che probabilmente non sarebbe stato a casa prima delle 23".
Ah.
Credo di non essermi sentita peggio in vita mia. Mi sono sentita l'ultima ruota del carro. Lui non è MAI stato così, anzi! E' il primo che se esco la sera con amici mi dice: "Mi mandi un messaggino quando arrivi a casa?" e poi lui mi fa prendere un infarto??? Gli ho mandato un messaggio dicendogli che avevo sentito sua madre e che mi aveva avvisata e che poteva anche trovare 10 secondi per avvisare anche me.
Ovviamente mi sono abbuffata. Rabbiosamente. Avrei voluto prendere a pugni qualcuno.
Alle 11.15 mi ha chiamata. Mi ha detto: "Che stai facendo?" e io "Mi sto riprendendo da un'abbuffata" - da vera stronza, perchè gliel'ho fatta pesare. Mi ha chiesto scusa, mi ha detto che avevo ragione eccetera eccetera.
Io però non mi sento a posto. Oggi l'ho chiamato a mezzogiorno perchè avevo voglia di sentirlo, era tutta la mattina che vedevo modelle in ogni angolo (a Milano c'è la settimana della moda ed è ormai da due settimane che tutte le volte che esco di casa mi viene voglia di suicidarmi) e lui era.. distante. Quasi.... scocciato. Si, mi sembrava veramente scocciato di sentirmi. Lei e le sue paturnie, mi sembrava di sentire in sottofondo, non so >.<
Sto facendo casino, perchè non capisco più cosa lui pensa veramente, cosa io penso veramente, cosa io penso che lui pensi e cosa lui pensa che io pensi.
Io so solo che lui mi sembra ogni giorno di più seppellito dal suo lavoro e io so benissimo che posso essere anche molto, molto pesante però questa situazione non aiuta. Avevo trovato un ragazzo che non centrava minimamente con mio padre. Eppure, non avevo considerato la dedizione al lavoro. Su questo aspetto direi che sono praticamente identici.
Stamattina addirittura ero talmente sconvolta che ne ho parlato con mia mamma... e ho pianto.... le ho detto: "Io vorrei solo una persona che mi stia vicino e alla quale io possa stare vicino... solo questo".
Io lo so che ho una paura irrazionale di essere abbandonata, ma questa volta... beh, questa volta è più reale di quanto sia mai stata, con lui, e io... sono molto angosciata.
Su questo punto non ho problemi: al giorno bevo circa 2 litri/2 litri e mezzo di acqua, e infatti devo sempre andare a fare la pipì... 'sta cosa mi è rimasta da quando ero anoressica e bevevo tutto il giorno per non mangiare, e adesso ovviamente non funziona più :S
Vorrei parlarvi di ieri sera.......
Io e il mio ragazzo, di solito, ci sentiamo al telefono dopo cena, di solito verso le 21.30. Durante il giorno non riusciamo spesso a sentirci, a causa del suo lavoro, ma a volte mi chiama all'ora di pranzo oppure ci scriviamo degli sms...
Ieri, aspetto come tutte le sere che mi scriva un messaggio per dirmi di chiamarlo (ho le chiamate gratis), ma non arriva niente.... aspetto, magari è in ritardo..... alle 21.40 gli scrivo: "io sono qui, quando vuoi dimmi che ti chiamo". Niente. Alle 21.50. Niente. Alle 22. Niente. Provo a chiamarlo. Non risponde. Di nuovo. Non risponde. 22.10. Non risponde.
Mi è venuto il panico. Ovviamente ho pensato anche: "magari è ancora al lavoro" però subito ho anche pensato: "Si, ma in quel caso mi avrebbe avvisato". Mi sentivo sperduta non sapevo cosa fare. Ho chiamato a casa sua, alle 22.15. Mi ha risposto sua madre. Che mi dice: "Si guarda, ci ha mandato un messaggio verso le 20 dicendo che avrebbe fatto tardi e di non aspettarlo per cena ma noi gli abbiamo risposto che lo avremmo aspettato ma lui ci ha ri-risposto dicendoci che probabilmente non sarebbe stato a casa prima delle 23".
Ah.
Credo di non essermi sentita peggio in vita mia. Mi sono sentita l'ultima ruota del carro. Lui non è MAI stato così, anzi! E' il primo che se esco la sera con amici mi dice: "Mi mandi un messaggino quando arrivi a casa?" e poi lui mi fa prendere un infarto??? Gli ho mandato un messaggio dicendogli che avevo sentito sua madre e che mi aveva avvisata e che poteva anche trovare 10 secondi per avvisare anche me.
Ovviamente mi sono abbuffata. Rabbiosamente. Avrei voluto prendere a pugni qualcuno.
Alle 11.15 mi ha chiamata. Mi ha detto: "Che stai facendo?" e io "Mi sto riprendendo da un'abbuffata" - da vera stronza, perchè gliel'ho fatta pesare. Mi ha chiesto scusa, mi ha detto che avevo ragione eccetera eccetera.
Io però non mi sento a posto. Oggi l'ho chiamato a mezzogiorno perchè avevo voglia di sentirlo, era tutta la mattina che vedevo modelle in ogni angolo (a Milano c'è la settimana della moda ed è ormai da due settimane che tutte le volte che esco di casa mi viene voglia di suicidarmi) e lui era.. distante. Quasi.... scocciato. Si, mi sembrava veramente scocciato di sentirmi. Lei e le sue paturnie, mi sembrava di sentire in sottofondo, non so >.<
Sto facendo casino, perchè non capisco più cosa lui pensa veramente, cosa io penso veramente, cosa io penso che lui pensi e cosa lui pensa che io pensi.
Io so solo che lui mi sembra ogni giorno di più seppellito dal suo lavoro e io so benissimo che posso essere anche molto, molto pesante però questa situazione non aiuta. Avevo trovato un ragazzo che non centrava minimamente con mio padre. Eppure, non avevo considerato la dedizione al lavoro. Su questo aspetto direi che sono praticamente identici.
Stamattina addirittura ero talmente sconvolta che ne ho parlato con mia mamma... e ho pianto.... le ho detto: "Io vorrei solo una persona che mi stia vicino e alla quale io possa stare vicino... solo questo".
Io lo so che ho una paura irrazionale di essere abbandonata, ma questa volta... beh, questa volta è più reale di quanto sia mai stata, con lui, e io... sono molto angosciata.
lunedì 16 settembre 2013
Day 11 e 12
Day 11: What is the hardest thing you’ve had to do? It can be fitness, social, mental, etc.
Sinceramente non saprei dire. Tutte le cose per me sono difficili e dopo che le ho concluse diventano insignificanti. Quindi non ne ho proprio idea.
Day 12: Why do you think you binge? Be honest with yourself.
Gran bella domanda. Ci sono tante ragioni, tra cui:
- Permette di regolare emozioni che non capisco, solitamente forti, sia positive che negative
- Mi permette di nascondermi dentro ai problemi, invece di affrontarli
- Mi permette di avere un momento "tutto mio" in cui posso fare "quello che voglio" senza che nessuno mi metta dei limiti
- Mi permette di gestire le relazioni, la noia e qualsiasi altra cosa
Ma la ragione più profonda... credo che sia un'altra... che non ho ancora capito pienamente. Le poche volte che ultimamente sono riuscita a resistere all'impulso incontrollabile ho sentito una grande irrequietezza. Dentro di me c'è un terremoto. Credo che il cibo mi calmi perchè mi permette di non pensare, di evadere da quella sensazione sgradevole che non ho ancora capito che cos'è. Ma è proprio come se mi sentissi in bilico, scossa, come se fossi su un filo appeso al vuoto e io stessi per cadere. Non capisco nè perchè lo provo nè che cos'è in realtà. So solo che è la sensazione più sgradevole che io abbia mai provato.
D.A. di oggi:
Colazione: caffèlatte con cereali
Spuntino: crackers integrali
Pranzo: tonno con verdure + una mela
Merenda: una pera e 30 gr di cereali
poi ho iniziato a contare le calorie ed è andato tutto a farsi friggere... infatti:
2a Merenda: 30 gr di cereali e una mela
Cena: philadelphia balance, funghi trifolati, 1 fetta piccola di pane, 1 pesca, 1 yogurt
Adesso ho quel fastidioso senso di vuoto che vorrei riempire col chilo e mezzo di nutella che c'è nella dispensa ma mi controllerò perchè non è così forte, per fortuna... e poi oggi sono veramente stanca.
La terapia è ricominciata e anche le paturnie. Finirà mai?
Sinceramente non saprei dire. Tutte le cose per me sono difficili e dopo che le ho concluse diventano insignificanti. Quindi non ne ho proprio idea.
Day 12: Why do you think you binge? Be honest with yourself.
Gran bella domanda. Ci sono tante ragioni, tra cui:
- Permette di regolare emozioni che non capisco, solitamente forti, sia positive che negative
- Mi permette di nascondermi dentro ai problemi, invece di affrontarli
- Mi permette di avere un momento "tutto mio" in cui posso fare "quello che voglio" senza che nessuno mi metta dei limiti
- Mi permette di gestire le relazioni, la noia e qualsiasi altra cosa
Ma la ragione più profonda... credo che sia un'altra... che non ho ancora capito pienamente. Le poche volte che ultimamente sono riuscita a resistere all'impulso incontrollabile ho sentito una grande irrequietezza. Dentro di me c'è un terremoto. Credo che il cibo mi calmi perchè mi permette di non pensare, di evadere da quella sensazione sgradevole che non ho ancora capito che cos'è. Ma è proprio come se mi sentissi in bilico, scossa, come se fossi su un filo appeso al vuoto e io stessi per cadere. Non capisco nè perchè lo provo nè che cos'è in realtà. So solo che è la sensazione più sgradevole che io abbia mai provato.
D.A. di oggi:
Colazione: caffèlatte con cereali
Spuntino: crackers integrali
Pranzo: tonno con verdure + una mela
Merenda: una pera e 30 gr di cereali
poi ho iniziato a contare le calorie ed è andato tutto a farsi friggere... infatti:
2a Merenda: 30 gr di cereali e una mela
Cena: philadelphia balance, funghi trifolati, 1 fetta piccola di pane, 1 pesca, 1 yogurt
Adesso ho quel fastidioso senso di vuoto che vorrei riempire col chilo e mezzo di nutella che c'è nella dispensa ma mi controllerò perchè non è così forte, per fortuna... e poi oggi sono veramente stanca.
La terapia è ricominciata e anche le paturnie. Finirà mai?
domenica 15 settembre 2013
Day 10 (ieri)
Day 10: A picture of a time in your life you remembering being really happy. How much does binging affect your mood?
Stavamo insieme da poco. Ero già "malata" ma pensavo di avere tutto sotto controllo. Lui mi permetteva di pensare alle cose importanti. Di togliermi il cibo dalla mente e guardare oltre.
Poi la mia storia con lui è continuata, ed è continuata anche la storia con la mia malattia.
Da 55 chili a 40, da 40 a 55, lui è sempre stato vicino a me. Sempre. Mi ha sempre dimostrato quanto io sia importante per lui, bella, intelligente e tutto ciò che si può desiderare da qualcuno. Io lo vedo che non mente. Dai suoi occhi, lo vedo. Ma non lo sento. Quelle parole non mi entrano dentro, non si incastrano con ciò che ho bisogno di sentire. Non so perchè.
Ma so che quando sto con lui, la mia vita diventa un pochino meno pesante, il futuro sembra un pochino meno nero e io mi sento un pochino meno triste. E in alcuni momenti, veramente, follemente, completamente felice.
Ieri sera è stato uno di quei momenti. Lui è ciò che mi da la forza di andare avanti ogni giorno. E' la mia Speranza.
Il binge distrugge tutto, ovviamente. Distrugge la voglia di intimità, la socialità, la relazione. Distrugge la sincerità, perchè con i suoi commenti taglienti aggredisce l'uomo che amo e i suoi complimenti.
Però, lui mi ha sempre amata. Quando mi ha trovato con le mani dentro a una torta durante un capodanno, quando gli ho confessato che vomitavo, quando digiunavo, quando andavo da lui in preda alle lacrime confessando un'abbuffata, quando mi tagliavo, quando mi picchiavo, quando mi graffio.
A volte si è arrabbiato, a volte mi ha solo stretto a sè e lasciato piangere, sempre mi bacia tutti i punti visibili della mia sofferenza, i miei tagli, le mie ferite, i miei lividi, risponde al dolore con amore.
Lui è più forte. Più forte del binge. Più forte della mia autodistruzione. E' la mia casa. Il mio posto sicuro. Vorrei che lo diventasse sul serio, vorrei che con lui mi sentissi abbastanza al sicuro per ricominciare la mia vita da dove è stata interrotta, 8 anni fa. Ma dentro di me, lui e il binge si combattono ad armi spiegate e non sempre vince lui. Spesso vince il binge, complice il mio senso di vuoto e di solitudine quando lui non c'è, lavora, è impegnato.
Il vero problema non è lui, il tempo che lui mi dedica e la relazione che ho con lui, ma io. Sono io che devo imparare a bastarmi, a non sentirmi sola con me stessa, ad amarmi ed accettarmi per quello che sono. Lui già lo fa. Ma non può farlo per entrambi.
sabato 14 settembre 2013
Colpita ma ancora in piedi. Nuove strategie di attacco.
Ieri sera a cena mio papà aveva cucinato la pasta col ragù e i funghi freschi. Io ho mangiato le uova sode e le verdure. Mio fratello mi ha detto: "Ma a te mica piacevano i funghi?" e io "Si, certo che mi piacciono", e mia mamma: "E allora perchè non li mangi?" e io: "C'è la carne" e lei: "Tieni, ma questo è senza carne" e io: "Non lo voglio, anche se non ha sopra la carne sà di carne".
Da lì, dopo qualche settimana di tranquillità in cui nessuno più aveva fatto commenti sprezzanti sulla mia alimentazione meat-free si è ricominciato a parlarne.
Io so che molte delle ragazze che leggeranno non sono vegetariane, ma non per questo immagino che uno debba accanirsi su una persona che adotta uno stile di vita diverso. Io, vivendo con i miei, ho sempre messo in chiaro che, dato che ho già tanti problemi col cibo, avrei evitato di mangiare la carne rossa, ma quando i miei avessero comprato la carne bianca o il pesce l'avrei mangiata anche io, non molto volentieri ma visto che abito ancora con loro, mi sembra educato non fare troppe storie. Oltretutto mi rendo conto benissimo che il tofu, la soia e il seitan (cibi vegetali che permettono di non avere carenze, se sostituiti alla carne e al pesce) costano tanto per cui non mi sento di pretendere che i miei me li comprino; e altrettanto vero è che io ogni tanto mi compro dal Naturasì la busta da 500 gr del granulare di soia, che è una specie di trito secco di soia che va reidratato in acqua e poi si può usare come il macinato, per preparare il ragù, le polpette o gli hamburger, me lo compro con i miei soldi, lo faccio durare tanto e non pretendo che loro lo mangino.
Nonostante questo, devono sempre far discussione. E io sarei apertissima alle discussioni se però i miei interlocutori avessero davvero voglia di ascoltarmi. Invece, in quei casi, l'unica cosa che vogliono è urlarmi dietro e avere ragione. Mio fratello si lamentava del "terrorismo psicologico" perpetrato da alcuni studi scientifici che dimostrano come una dieta ricca di carne, soprattutto rossa, favorisca l'insorgenza di alcuni tumori, come al colon, allo stomaco e all'intestino. La sua tesi consisteva nel fatto che, se 50 anni fa la carne veniva considerata un bene prezioso e un cibo di lusso, ora deve essere vista come il demonio e quindi non ha senso. Io gli ho detto che 50 anni fa la carne veniva consumata molto poco, veniva allevata e nutrita in maniera diversa e pertanto non era portatrice degli stessi fattori di rischio di oggi. Ma no. Mio papà, che ha vissuto in un ambiente contadino da bambino, sosteneva che gli animali venivano allevati bene ieri come oggi. Altro esempio: vi siete mai chiesti perchè se andate a comprare un pollo allo spiedo sono tutti perfettamente identici e dello stesso peso? Anche questo, cancellato da "li uccidono a determinate età, è per questo che sono tutti uguali". Già, peccato che se prima venivano uccisi in età adulta e pesavano necessariamente in maniera diversa, ora vengono uccisi da piccoli, raggiungendo però lo stesso peso che prima raggiungevano da adulti, perchè nei mangimi mettono dio sa cosa.
La cosa assurda è poi che io non mi permetto di tirare frecciatine sul fatto che mangiano questo o quello o che quello che stanno mangiando fa male o altre cose; sarei una vera ipocrita dato che mi sfondo di nutella. Però a loro non importa, devono portare avanti questa rabbiosa crociata e mettermi in difficoltà (4 contro 1 è angosciante). Sono felice di non aver pianto, come era già successo altre volte. Però dopo cena, quando tutti se ne sono andati, ho affondato il cucchiaio nella nutella e ci ho dato dentro. Non ce la faccio più.
Stanotte infatti non ho dormito e ho pensato. Ho pensato ad una nuova strategia: devo impegnarmi a non contare più le calorie. Ad esempio, se ieri sera non avessi saputo di essere arrivata a 1750 kcal mi sarei sentita più in colpa per aver mangiato la torta e quindi me ne sarei andata dritta a letto senza pensare "tanto ormai". Invece, sapendo di aver sforato un "quantitativo immaginario" è partito l'embolo del "tanto ormai" e ho fatto casino. Inoltre, penso anche che non contare le calorie possa essere vantaggioso in quanto mi permetterà di concentrarmi maggiormente su quello che mangio, mi farà mangiare più lentamente per sentirmi sazia e mi aiuterà a mangiare solo durante i pasti.
Spero che funzioni.
Stamattina poi mi sono provata tutto l'armadio dei pantaloni. Li ho divisi in due gruppi:
quelli che mi vanno....
Da lì, dopo qualche settimana di tranquillità in cui nessuno più aveva fatto commenti sprezzanti sulla mia alimentazione meat-free si è ricominciato a parlarne.
Io so che molte delle ragazze che leggeranno non sono vegetariane, ma non per questo immagino che uno debba accanirsi su una persona che adotta uno stile di vita diverso. Io, vivendo con i miei, ho sempre messo in chiaro che, dato che ho già tanti problemi col cibo, avrei evitato di mangiare la carne rossa, ma quando i miei avessero comprato la carne bianca o il pesce l'avrei mangiata anche io, non molto volentieri ma visto che abito ancora con loro, mi sembra educato non fare troppe storie. Oltretutto mi rendo conto benissimo che il tofu, la soia e il seitan (cibi vegetali che permettono di non avere carenze, se sostituiti alla carne e al pesce) costano tanto per cui non mi sento di pretendere che i miei me li comprino; e altrettanto vero è che io ogni tanto mi compro dal Naturasì la busta da 500 gr del granulare di soia, che è una specie di trito secco di soia che va reidratato in acqua e poi si può usare come il macinato, per preparare il ragù, le polpette o gli hamburger, me lo compro con i miei soldi, lo faccio durare tanto e non pretendo che loro lo mangino.
Nonostante questo, devono sempre far discussione. E io sarei apertissima alle discussioni se però i miei interlocutori avessero davvero voglia di ascoltarmi. Invece, in quei casi, l'unica cosa che vogliono è urlarmi dietro e avere ragione. Mio fratello si lamentava del "terrorismo psicologico" perpetrato da alcuni studi scientifici che dimostrano come una dieta ricca di carne, soprattutto rossa, favorisca l'insorgenza di alcuni tumori, come al colon, allo stomaco e all'intestino. La sua tesi consisteva nel fatto che, se 50 anni fa la carne veniva considerata un bene prezioso e un cibo di lusso, ora deve essere vista come il demonio e quindi non ha senso. Io gli ho detto che 50 anni fa la carne veniva consumata molto poco, veniva allevata e nutrita in maniera diversa e pertanto non era portatrice degli stessi fattori di rischio di oggi. Ma no. Mio papà, che ha vissuto in un ambiente contadino da bambino, sosteneva che gli animali venivano allevati bene ieri come oggi. Altro esempio: vi siete mai chiesti perchè se andate a comprare un pollo allo spiedo sono tutti perfettamente identici e dello stesso peso? Anche questo, cancellato da "li uccidono a determinate età, è per questo che sono tutti uguali". Già, peccato che se prima venivano uccisi in età adulta e pesavano necessariamente in maniera diversa, ora vengono uccisi da piccoli, raggiungendo però lo stesso peso che prima raggiungevano da adulti, perchè nei mangimi mettono dio sa cosa.
La cosa assurda è poi che io non mi permetto di tirare frecciatine sul fatto che mangiano questo o quello o che quello che stanno mangiando fa male o altre cose; sarei una vera ipocrita dato che mi sfondo di nutella. Però a loro non importa, devono portare avanti questa rabbiosa crociata e mettermi in difficoltà (4 contro 1 è angosciante). Sono felice di non aver pianto, come era già successo altre volte. Però dopo cena, quando tutti se ne sono andati, ho affondato il cucchiaio nella nutella e ci ho dato dentro. Non ce la faccio più.
Stanotte infatti non ho dormito e ho pensato. Ho pensato ad una nuova strategia: devo impegnarmi a non contare più le calorie. Ad esempio, se ieri sera non avessi saputo di essere arrivata a 1750 kcal mi sarei sentita più in colpa per aver mangiato la torta e quindi me ne sarei andata dritta a letto senza pensare "tanto ormai". Invece, sapendo di aver sforato un "quantitativo immaginario" è partito l'embolo del "tanto ormai" e ho fatto casino. Inoltre, penso anche che non contare le calorie possa essere vantaggioso in quanto mi permetterà di concentrarmi maggiormente su quello che mangio, mi farà mangiare più lentamente per sentirmi sazia e mi aiuterà a mangiare solo durante i pasti.
Spero che funzioni.
Stamattina poi mi sono provata tutto l'armadio dei pantaloni. Li ho divisi in due gruppi:
quelli che mi vanno....
e quelli che non mi vanno.....
Ovviamente tutti i miei jeans preferiti sono nella seconda pila. Ma non importa. Non comprerò jeans nuovi, mi impegnerò affinchè quelli vecchi mi entrino ancora. Non mi importa se ci vorranno 6 mesi o un anno. Devo riuscirci. Devo farcela. Devo tenere duro.
venerdì 13 settembre 2013
Day 9
What inspire you?
Quando ho visto questa domanda, ho detto: o cacchio.
Potrei postare foto di modelle bellissime e di donne a cui sbavo dietro...
Candice Swenapoel o Angelina Jolie, ad esempio.
Però non è vero. Perchè non penso al loro corpo perfetto quando sto male o mi vedo grassa. Quando piango e vorrei che tutto finisse per non soffrire più, l'unica cosa che mi asciuga le lacrime e che mi fa dire "ok, ci riprovo ancora, e ancora, e ancora" è solo una.
La speranza.
La speranza di una vita senza DCA, la speranza di un futuro felice, la speranza della guarigione, la speranza di poter guardare indietro ed essere soddisfatta di me. La speranza di essere una persona normale. Ecco cosa mi ispira.
Oggi è un giorno di quelli in cui avrei bisogno di crederci.
Stamattina ero in luna storta, come avete constatato dal sogno. Dopodichè, ho deciso di ripigliarmi; mi sono detta: mi faccio bella, mi doccio, mi passo lo scrub, mi lavo i capelli, mi metto la crema e tutto.... pomeriggio sarei dovuta uscire con una vecchia amica che non vedo da secoli, ed era stata lei ad insistere. Dopo pranzo, vedo che mi ha scritto vari messaggi. Leggo. "Mi dispiace ho avuto un contrattempo, oggi non ce la faccio!"
Non so voi, ma due cose che nelle relazioni con gli altri mi fanno impazzire sono: 1) La disorganizzazione (esempio tipico: cosa facciamo a capodanno? fino al pomeriggio del 31 dicembre ancora ci sono 6 scenari validi); 2) I cambi di programma improvvisi. Entrambe queste situazioni mi destabilizzano. Non sono una persona multitasking, questo è certo. Tuttavia gli imprevisti possono accadere... ma io me la prendo sempre. Perchè ho questa sensazione che "capitino sempre a me". Non lo dico per vittimismo, però sono sempre stata una persona molto chiusa di fronte alle altre persone; per dirvi, vado nella stessa palestra da vari anni, ma solo a gennaio di quest'anno ho cominciato a parlare con alcune persone e tutti mi hanno detto la stessa cosa: "Quando venivi qui e ancora non ci parlavi pensavamo che volessi ucciderci! Sembri sempre incazzata nera". Ecco. Sono questo. Incazzata nera, e la mia faccia dice: "Non avvicinarti, altrimenti saranno guai". Ho "imparato" a comportarmi così perchè la maggior parte delle volte che ho dato corda a qualcuno, ne sn rimasta ferita. Ho passato gli anni delle medie e del liceo senza amici e le poche volte che tentavo di uscire dal guscio venivo ferita. E' per questo che non voglio avere a che fare con nessuno. Se non hai nessuno, nessuno ti ferisce. Ho imparato a fidarmi di qualcuno, ovviamente, ad esempio il mio ragazzo e la mia migliore amica. Però con le persone di cui non mi fido ciecamente, di solito non sono affabile e infatti alla ragazza che dovevo vedere oggi avevo già detto di no varie volte.
Vabè, amen. Il succo di tutto questo sbrodolamento è che ho passato il pomeriggio a mangiucchiare pericolosamente. Ogni morso di frutta che davo, ogni biscotto, ogni fetta di pane con la nutella è stata condita da un sottofondo di "tieni duro" nella mia testa. Nelle mie 3 merende ho racimolato 600 kcal che sommandosi alle 600 kcal di colazione e pranzo fanno già 1200 kcal. Ma stasera ho ospiti, quindi in teoria non dovrei mangiucchiare dopo cena e ho già deciso cosa mangerò: 2 uova sode, verdura in padella, 1 frutto (300) che sommate alle 1200 di prima fanno 1500 kcal. Sto mangiando come una scrofa ultimamente, ma c'è da dire anche che dopodomani dovrebbero venirmi le mestruazioni >.< uff..... domani cercherò di regolarmi, vado anche in palestra perciò speriamo in bene (Edit: c'era anche la torta. L'ho mangiata. Totale: 1750 kcal. Faccio schifo).
Oggi mi sono imbattuta in una cosa... che vorrei condividere con voi... e con tutte le ragazze che pensano che perdere peso sarà la soluzione a tutti i problemi... e si lega anche a una cosa che ho vissuto ieri. Ieri, in palestra, c'era una ragazza che mi faceva un misto di invidia e impressione xkè era troppo magra per i miei gusti. Quando se ne è andata ho sbirciato la sua scheda. Altezza: 159 cm. Un cm in più di me. Peso: 46 chili. 46 chili. 46 chili.
Quando IO pesavo 46 chili non ero così magra. O meglio, non mi vedevo così magra. E nemmeno a 45. E nemmeno a 44. E nemmeno a 43. E nemmeno a 42. Tutto ciò mi fa pensare.... a tutta questa follia.
Questo l'ho scritto due anni fa... pesavo 46 chili, cioè esattamente 8 chili meno di adesso.
Ma le parole, i sentimenti, la sofferenza... è rimasta la stessa. Ossa o grasso, quella c'è sempre stata e sempre ci sarà se non la combatto. O non la accolgo. Non ho ancora ben capito cosa devo farne. Ma sicuramente non lasciarla dentro a marcirmi.
Quando ho visto questa domanda, ho detto: o cacchio.
Potrei postare foto di modelle bellissime e di donne a cui sbavo dietro...
Candice Swenapoel o Angelina Jolie, ad esempio.
Però non è vero. Perchè non penso al loro corpo perfetto quando sto male o mi vedo grassa. Quando piango e vorrei che tutto finisse per non soffrire più, l'unica cosa che mi asciuga le lacrime e che mi fa dire "ok, ci riprovo ancora, e ancora, e ancora" è solo una.
La speranza.
La speranza di una vita senza DCA, la speranza di un futuro felice, la speranza della guarigione, la speranza di poter guardare indietro ed essere soddisfatta di me. La speranza di essere una persona normale. Ecco cosa mi ispira.
Oggi è un giorno di quelli in cui avrei bisogno di crederci.
Stamattina ero in luna storta, come avete constatato dal sogno. Dopodichè, ho deciso di ripigliarmi; mi sono detta: mi faccio bella, mi doccio, mi passo lo scrub, mi lavo i capelli, mi metto la crema e tutto.... pomeriggio sarei dovuta uscire con una vecchia amica che non vedo da secoli, ed era stata lei ad insistere. Dopo pranzo, vedo che mi ha scritto vari messaggi. Leggo. "Mi dispiace ho avuto un contrattempo, oggi non ce la faccio!"
Non so voi, ma due cose che nelle relazioni con gli altri mi fanno impazzire sono: 1) La disorganizzazione (esempio tipico: cosa facciamo a capodanno? fino al pomeriggio del 31 dicembre ancora ci sono 6 scenari validi); 2) I cambi di programma improvvisi. Entrambe queste situazioni mi destabilizzano. Non sono una persona multitasking, questo è certo. Tuttavia gli imprevisti possono accadere... ma io me la prendo sempre. Perchè ho questa sensazione che "capitino sempre a me". Non lo dico per vittimismo, però sono sempre stata una persona molto chiusa di fronte alle altre persone; per dirvi, vado nella stessa palestra da vari anni, ma solo a gennaio di quest'anno ho cominciato a parlare con alcune persone e tutti mi hanno detto la stessa cosa: "Quando venivi qui e ancora non ci parlavi pensavamo che volessi ucciderci! Sembri sempre incazzata nera". Ecco. Sono questo. Incazzata nera, e la mia faccia dice: "Non avvicinarti, altrimenti saranno guai". Ho "imparato" a comportarmi così perchè la maggior parte delle volte che ho dato corda a qualcuno, ne sn rimasta ferita. Ho passato gli anni delle medie e del liceo senza amici e le poche volte che tentavo di uscire dal guscio venivo ferita. E' per questo che non voglio avere a che fare con nessuno. Se non hai nessuno, nessuno ti ferisce. Ho imparato a fidarmi di qualcuno, ovviamente, ad esempio il mio ragazzo e la mia migliore amica. Però con le persone di cui non mi fido ciecamente, di solito non sono affabile e infatti alla ragazza che dovevo vedere oggi avevo già detto di no varie volte.
Vabè, amen. Il succo di tutto questo sbrodolamento è che ho passato il pomeriggio a mangiucchiare pericolosamente. Ogni morso di frutta che davo, ogni biscotto, ogni fetta di pane con la nutella è stata condita da un sottofondo di "tieni duro" nella mia testa. Nelle mie 3 merende ho racimolato 600 kcal che sommandosi alle 600 kcal di colazione e pranzo fanno già 1200 kcal. Ma stasera ho ospiti, quindi in teoria non dovrei mangiucchiare dopo cena e ho già deciso cosa mangerò: 2 uova sode, verdura in padella, 1 frutto (300) che sommate alle 1200 di prima fanno 1500 kcal. Sto mangiando come una scrofa ultimamente, ma c'è da dire anche che dopodomani dovrebbero venirmi le mestruazioni >.< uff..... domani cercherò di regolarmi, vado anche in palestra perciò speriamo in bene (Edit: c'era anche la torta. L'ho mangiata. Totale: 1750 kcal. Faccio schifo).
Oggi mi sono imbattuta in una cosa... che vorrei condividere con voi... e con tutte le ragazze che pensano che perdere peso sarà la soluzione a tutti i problemi... e si lega anche a una cosa che ho vissuto ieri. Ieri, in palestra, c'era una ragazza che mi faceva un misto di invidia e impressione xkè era troppo magra per i miei gusti. Quando se ne è andata ho sbirciato la sua scheda. Altezza: 159 cm. Un cm in più di me. Peso: 46 chili. 46 chili. 46 chili.
Quando IO pesavo 46 chili non ero così magra. O meglio, non mi vedevo così magra. E nemmeno a 45. E nemmeno a 44. E nemmeno a 43. E nemmeno a 42. Tutto ciò mi fa pensare.... a tutta questa follia.
Questo l'ho scritto due anni fa... pesavo 46 chili, cioè esattamente 8 chili meno di adesso.
Ma le parole, i sentimenti, la sofferenza... è rimasta la stessa. Ossa o grasso, quella c'è sempre stata e sempre ci sarà se non la combatto. O non la accolgo. Non ho ancora ben capito cosa devo farne. Ma sicuramente non lasciarla dentro a marcirmi.
26 gennaio
Dolore.
Sordo e fitto, dentro di
me.
Schegge di vetro
infilzano il cuore. Il sangue caldo scorre. Tutto è silenzio. Intorno a me, il
nulla mi avvolge.
Le lacrime rigano il
volto, silenziose. Dentro, il tumulto di una guerra mi cancella il respiro e mi
evoca un rantolo... lontano, quasi preistorico si diffonde nel nulla assoluto e
rimbomba dentro all’assordante silenzio che lesiona i timpani.
Cado.
Le ginocchia si spezzano
al contatto con il suolo gelido.
Dolore.
Non è più dolore. È
suono. Un assordante suono di infelicità, di totalità, di disprezzo, di
assoluto destino segnato: infelicità.
Esisto, eppure sono
morta. Il mio cuore batte, eppure non evoca sentimenti. Solo il nulla c’è
accanto a me, dentro di me. Solo il vuoto si fa strada nelle mie viscere mentre
il mio corpo adiposo continua mostruosamente a modificarsi, ad allargarsi, a
stringersi, a contorcersi.
Vipere dentro di me mi
ustionano con il loro veleno. Mi uccidono a piccoli morsi, si cibano della mia
anima per sopravvivere... e modellano a loro piacimento il mio corpo, la mia
mente.
Stanchezza.
Di tutto. E di niente.
A volte mi chiedo se il
comportamento dei miei fratelli non sia del tutto corretto. È evidente che loro
mi disprezzano. Anzi, in realtà non è un vero disprezzo: è pena. È una pena
rabbiosa perchè dovrei avere, secondo loro, tutte le caratteristiche e le
potenzialità per essere quella che si definisce “una persona normale”. E invece
tutti i miei sforzi sono tesi a non esserlo.
Non è possibile,
logicamente, pensare che una persona faccia dei comportamenti, pensi delle
cose, si aspetti delle azioni che risultano essere controproducenti per il suo
benessere. L’uomo rifugge il dolore per sua natura; e allora perchè alcuni non
lo fanno?
Alcuni lo ricercano,
minuziosamente e se non lo trovano se lo procurano, perchè ne hanno bisogno
per... sentirsi vivi? È una possibile visione. Secondo me non è del tutto
esatta. È quasi una prova che fai con te stesso per vedere se sei in grado
di... se sei capace a... se sei un essere debole e ti farai sottomettere oppure
se riuscirai a vincere... ma a volte diventa un loop che ti prende e ti
maneggia i pensieri come vuole e allora perdi il controllo di tutto e non ti
rendi conto fino a quando tutto è finito di COSA HAI FATTO.
E ti senti un mostro.
Ma facciamo un passo
indietro. Qualcosa prende il controllo. E non ti rendi conto.
Credo che se volessi,
potrei rendermene conto. È come un intorpidimento mentale. Se volessi vincere
sui miei processi cognitivi potrei farlo. Potrei, lo sento che potrei, sento
che dentro c’è qualcuno che vuole uscire e urlare TI PREGO FERMATI e invece
chiudo gli occhi e respiro e mi ripeto tranquilla passerà lasciala passare così
com’è venuta, lasciala sfogare così domani non ricapiterà più.
Bella menzogna. E la cosa
straordinaria è che dopo così tanto tempo ci credo ancora.
Perchè è più facile
rinunciare a vivere che decidere della propria vita? Perchè tutti prima o poi
ci passano. Qualcuno ha almeno la decenza di farla finita: non vuoi decidere
della tua vita, almeno decidi della tua morte. Poi dopo se hai legami troppo
sinceri con il mondo di qui... allora no, non puoi farlo. Anche se il legame è
solo uno, anche se il mondo ti fa schifo, anche se ci pensi sempre, anche se ci
hai provato tante volte, anche se l’hai sognato tante volte, anche se sei morta
dentro tante volte e catarticamente ti sei sentita svuotata e il tuo sguardo
folle voleva prendere quel coltello e conficcarlo dentro, più in fondo, e
sentire un dolore enorme, l’ultimo, l’ultimo, di tutta la vita.
E invece no.
Continua una piccola
dolce sottile tortura. Lenta e inesorabile ogni giorno ti fa più infelice. Più
sporca. Più vuota.
E tu non fai niente per
fermarla.
In realtà ci provi, lo
ammetto. Ci provi, ma non abbastanza, non convinta perchè non ci credi davvero.
La verità è questa: non
credi in te stessa. Non pensi di farcela. Non pensi di poter vivere la vita che
hai immaginato per te, desiderato per voi, fantasticato mille volte. Non ci
credi. E più non ci crederai, più la farai avverare questa non-vita.
Te ne rendi conto?
Spero di si, ora che
l’hai ammesso a te stessa, scrivendolo. Spero di si, ora che in gioco c’è il
tuo futuro prossimo, che tu lamenti come troppo lontano ma di fatto è alle
porte se pensi al tuo problema. Il tuo problema così pervasivo, ha 6 anni,
signorina. Tra 6 anni, se tutto andrà bene, tu avrai la tua famiglia, donnie
sarà tuo marito, e avrai la felicità che hai sempre sognato.
Se andrà diversamente...
la colpa sarà anche tua. Che non ti sei impegnata abbastanza, che non ci hai creduto
abbastanza.
Ma non è forse solo
questione di colpa. Non è giusto parlare di colpa, così stiamo dando voce alla
terza parte, la parte stronza. È questione di FIDUCIA. Di AMORE. Di amore in SE
STESSE.
Varrò pur qualcosa.
Possiamo cercare di
scoprirlo. Senza farci del male. Senza ucciderci ancora. Basta morire, è ora di
vivere.
Il corpo nudo sussulta.
Il sangue smette di scorrere. Le scheggie sono ancora dentro. Le dita lunghe e
bianche le tirano fuori lentamente. Le cicatrici si formano subito. Lei ha gli
occhi gonfi. Il ventre lurido sporge in fuori, come se dentro stesse crescendo
un essere immondo, frutto dei suoi errori.
Lei si alza, è ridicola
con quel pancione enorme.
Si asciuga gli occhi e
ricomincia a camminare, da sola.
Fuori dalla sua bolla di
cristallo gli altri la guardano e scuotono la testa.
È lei che deve uscire,
nessuno può andare a prenderla.
I sogni son desideri?
Si dice che la notte porta consiglio, ma spesso la notte porta angoscia.
Ci sono stati periodi pessimi, in cui mi svegliavo 10 volte durante la notte e non riuscivo a riposarmi decentemente, col risultato che dormivo per mezzo pomeriggio. Ora per fortuna non succede più; d'altro canto però continuo a fare sogni assurdi che mi rendono il sonno agitato.
Sono di due tipi:
1) Sogni da consumatore. Questi sono i sogni tipici degli alcolisti e tossicodipendenti in astinenza: sognano di farsi di tutte le droghe possibili e immaginabili fino a morirne. E' normale, sono in astinenza e il loro inconscio si trova le droghe in un altro modo. E' terrificante per loro perchè al risveglio una parte di loro è certa di averlo fatto, e in effetti una parte del loro cervello è proprio come se l'avesse fatto. A me capita la stessa cosa, ma col cibo. Sogno di abbuffarmi di tutto e di più, in alcuni sogni lo faccio per così tanto tempo che divento obesa e non esco più di casa, in altri muoio perchè mi si rompe lo stomaco, in altri ancora è una "semplice" abbuffata in uno scenario assurdo (ad esempio in vacanza dopo una cena con i parenti del mio ragazzo ho sognato di essere allo stesso tavolo da sola e mangiare tutto quello che avevano ordinato gli altri - quindi tipo una ventina di pizze, 4-5 piatti di patatine fritte e una torta intera)... l'ultimo sogno risale a stanotte, con risveglio in pieno sudore e angoscia. Ieri sera ho rischiato grosso perchè dopo cena ho mangiato alcune fette biscottate con la nutella, raggiungendo le 1800-1900 kcal al posto delle 1400 che avevo segnato, ma ho voluto guardare il lato positivo e rinforzare il fatto che sebbene avessi perso il controllo era stata una cosa contenuta. E invece una parte di me rimane sempre sveglia, rimane sempre vigile e vuole ancora cibo. A volte ho paura di essere sonnambula e di mangiare la notte senza rendermene conto. Per fortuna non mi è mai successo e non ho mai avuto prove del contrario, ma ci mancherebbe solo questa per completare il quadro >.<
2) Sogni assurdi col tema dell'abbandono. Io faccio sempre sogni assurdi. Assurdi nella storia, perchè non seguono un filo logico, assurdi nel tema, assurdi nei personaggi, però nella maggior parte di questi anche se non li capisco una cosa mi salta sempre all'occhio: la paura di essere abbandonata. In tutti i sogni ho questo senso di solitudine interno che spesso poi si riversa all'esterno con un'azione da parte di qualcuno (di solito il mio ragazzo, ma non solo) che mi lascia (in senso più o meno figurato). Uno dei miei professori che per me ha rappresentato una sorta di mentore ci diceva sempre: "Segnatevi i vostri sogni, perchè una volta che li vedrete lì scritti su un foglio tutti assieme, per quanto assurdi vi possano sembrare riuscirete a trovare dei temi in comune e scoprirete molte cose su voi stessi!". Mi piacerebbe iniziare a farlo.
Il sogno di stanotte era decisamente poco assurdo e molto realistico. E' raro che sogni cose così nitide e "reali" e questo mi spaventa un po'.
Il mio ragazzo mi chiedeva una pausa. Diceva che non ce la faceva più a sopportare le mie fisse, i miei disturbi, i miei fallimenti, e mi diceva di aver bisogno di un periodo di riflessione in cui occuparsi solo delle sue cose, in modo tale che restando lontano da me avesse potuto pensare al mio reale valore. Io impazzivo, chiamavo mio fratello e gli dicevo che il mio ragazzo mi aveva lasciata e che ero disperata e che avevo bisogno di lui. Lui mi diceva di raggiungerlo a casa sua e che avrei potuto stare da lui quanto volevo. Andavo, e la sera mi chiedeva cosa volessi fare e io gli dicevo: "Voglio sbronzarmi". Lui e sua moglie mi portavano in un bar e mi facevano bere tutto quello che volevo, poi mi riportavano a casa loro e mi mettevano a letto. La mattina li sentivo che si muovevano piano perchè dovevano andare al lavoro ed erano molto premurosi perchè cercavano di non far rumore per non svegliarmi. Ma io ero sveglia, anche se ero ancora intontita dall'alcol. Quando loro se ne andavano, io mi alzavo e mi preparavo la vasca da bagno. Chiudevo a chiave la porta del bagno e sentivo il loro cane fuori dalla porta che graffiava e guaiva perchè voleva entrare. Io mi ficcavo nella vasca e mi tagliavo le vene, in verticale lungo le braccia. Restavo lì un bel po' in uno stato di semi-incoscienza, finchè sentivo che mio fratello era tornato perchè si era dimenticato il cellulare e non vedendomi si era preoccupato. Ha buttato giù la porta, ha chiamato l'ambulanza e mi ha portata via. Ma io avevo perso troppo sangue ed ero morta. Però era come se sopra al corpo la mia anima fosse lì e osservasse tutte le persone intorno. Vedevo dolore, incredulità, rabbia. E io ridevo. Ridevo.
Un sogno di questo genere non ha bisogno di interpretazioni. Stamattina mi sento uno straccio, come se un po' mi fossi davvero sbronzata e come se dentro di me ci fosse stata davvero un'emorragia.
Sono stufa di questo mood nero marcio. Il cielo è azzurro, c'è il sole e io continuo a camminare nella nebbia, di notte, di giorno, non fa differenza.
Come ci si libera dalle catene? Come si fa a vivere la vita semplicemente come viene, senza farsi castelli, senza crearsi aspettative, senza pensare, pensare, pensare?
Riflessiva, così mi hanno sempre definita. Riflessiva, intelligente, intuitiva. Non voglio più essere riflessiva. Vorrei essere ingenua e stupidotta e non farmi domande.
Ma non riesco. E' più forte di me chiedermi il perchè delle cose, il significato degli eventi, analizzare i comportamenti. Ed è più forte di me il sentimento di dolore che provo. E' come se fossi stata costruita sopra a un nucleo di dolore e sofferenza. Sotto sotto, c'è questo, e io sono questo. Devo imparare a conviverci e non combatterlo, perchè io sono fatta così. Non c'è spiegazione e devo rassegnarmi. Se fin da bambina il sentimento che ricordo nella mia mente è un senso di smarrimento e di solitudine, devo imparare ad accettarli e bastare a me stessa.
Bastare a me stessa.
Bastare a me stessa.
Bastare a me stessa.
Ci sono stati periodi pessimi, in cui mi svegliavo 10 volte durante la notte e non riuscivo a riposarmi decentemente, col risultato che dormivo per mezzo pomeriggio. Ora per fortuna non succede più; d'altro canto però continuo a fare sogni assurdi che mi rendono il sonno agitato.
Sono di due tipi:
1) Sogni da consumatore. Questi sono i sogni tipici degli alcolisti e tossicodipendenti in astinenza: sognano di farsi di tutte le droghe possibili e immaginabili fino a morirne. E' normale, sono in astinenza e il loro inconscio si trova le droghe in un altro modo. E' terrificante per loro perchè al risveglio una parte di loro è certa di averlo fatto, e in effetti una parte del loro cervello è proprio come se l'avesse fatto. A me capita la stessa cosa, ma col cibo. Sogno di abbuffarmi di tutto e di più, in alcuni sogni lo faccio per così tanto tempo che divento obesa e non esco più di casa, in altri muoio perchè mi si rompe lo stomaco, in altri ancora è una "semplice" abbuffata in uno scenario assurdo (ad esempio in vacanza dopo una cena con i parenti del mio ragazzo ho sognato di essere allo stesso tavolo da sola e mangiare tutto quello che avevano ordinato gli altri - quindi tipo una ventina di pizze, 4-5 piatti di patatine fritte e una torta intera)... l'ultimo sogno risale a stanotte, con risveglio in pieno sudore e angoscia. Ieri sera ho rischiato grosso perchè dopo cena ho mangiato alcune fette biscottate con la nutella, raggiungendo le 1800-1900 kcal al posto delle 1400 che avevo segnato, ma ho voluto guardare il lato positivo e rinforzare il fatto che sebbene avessi perso il controllo era stata una cosa contenuta. E invece una parte di me rimane sempre sveglia, rimane sempre vigile e vuole ancora cibo. A volte ho paura di essere sonnambula e di mangiare la notte senza rendermene conto. Per fortuna non mi è mai successo e non ho mai avuto prove del contrario, ma ci mancherebbe solo questa per completare il quadro >.<
2) Sogni assurdi col tema dell'abbandono. Io faccio sempre sogni assurdi. Assurdi nella storia, perchè non seguono un filo logico, assurdi nel tema, assurdi nei personaggi, però nella maggior parte di questi anche se non li capisco una cosa mi salta sempre all'occhio: la paura di essere abbandonata. In tutti i sogni ho questo senso di solitudine interno che spesso poi si riversa all'esterno con un'azione da parte di qualcuno (di solito il mio ragazzo, ma non solo) che mi lascia (in senso più o meno figurato). Uno dei miei professori che per me ha rappresentato una sorta di mentore ci diceva sempre: "Segnatevi i vostri sogni, perchè una volta che li vedrete lì scritti su un foglio tutti assieme, per quanto assurdi vi possano sembrare riuscirete a trovare dei temi in comune e scoprirete molte cose su voi stessi!". Mi piacerebbe iniziare a farlo.
Il sogno di stanotte era decisamente poco assurdo e molto realistico. E' raro che sogni cose così nitide e "reali" e questo mi spaventa un po'.
Il mio ragazzo mi chiedeva una pausa. Diceva che non ce la faceva più a sopportare le mie fisse, i miei disturbi, i miei fallimenti, e mi diceva di aver bisogno di un periodo di riflessione in cui occuparsi solo delle sue cose, in modo tale che restando lontano da me avesse potuto pensare al mio reale valore. Io impazzivo, chiamavo mio fratello e gli dicevo che il mio ragazzo mi aveva lasciata e che ero disperata e che avevo bisogno di lui. Lui mi diceva di raggiungerlo a casa sua e che avrei potuto stare da lui quanto volevo. Andavo, e la sera mi chiedeva cosa volessi fare e io gli dicevo: "Voglio sbronzarmi". Lui e sua moglie mi portavano in un bar e mi facevano bere tutto quello che volevo, poi mi riportavano a casa loro e mi mettevano a letto. La mattina li sentivo che si muovevano piano perchè dovevano andare al lavoro ed erano molto premurosi perchè cercavano di non far rumore per non svegliarmi. Ma io ero sveglia, anche se ero ancora intontita dall'alcol. Quando loro se ne andavano, io mi alzavo e mi preparavo la vasca da bagno. Chiudevo a chiave la porta del bagno e sentivo il loro cane fuori dalla porta che graffiava e guaiva perchè voleva entrare. Io mi ficcavo nella vasca e mi tagliavo le vene, in verticale lungo le braccia. Restavo lì un bel po' in uno stato di semi-incoscienza, finchè sentivo che mio fratello era tornato perchè si era dimenticato il cellulare e non vedendomi si era preoccupato. Ha buttato giù la porta, ha chiamato l'ambulanza e mi ha portata via. Ma io avevo perso troppo sangue ed ero morta. Però era come se sopra al corpo la mia anima fosse lì e osservasse tutte le persone intorno. Vedevo dolore, incredulità, rabbia. E io ridevo. Ridevo.
Un sogno di questo genere non ha bisogno di interpretazioni. Stamattina mi sento uno straccio, come se un po' mi fossi davvero sbronzata e come se dentro di me ci fosse stata davvero un'emorragia.
Sono stufa di questo mood nero marcio. Il cielo è azzurro, c'è il sole e io continuo a camminare nella nebbia, di notte, di giorno, non fa differenza.
Come ci si libera dalle catene? Come si fa a vivere la vita semplicemente come viene, senza farsi castelli, senza crearsi aspettative, senza pensare, pensare, pensare?
Riflessiva, così mi hanno sempre definita. Riflessiva, intelligente, intuitiva. Non voglio più essere riflessiva. Vorrei essere ingenua e stupidotta e non farmi domande.
Ma non riesco. E' più forte di me chiedermi il perchè delle cose, il significato degli eventi, analizzare i comportamenti. Ed è più forte di me il sentimento di dolore che provo. E' come se fossi stata costruita sopra a un nucleo di dolore e sofferenza. Sotto sotto, c'è questo, e io sono questo. Devo imparare a conviverci e non combatterlo, perchè io sono fatta così. Non c'è spiegazione e devo rassegnarmi. Se fin da bambina il sentimento che ricordo nella mia mente è un senso di smarrimento e di solitudine, devo imparare ad accettarli e bastare a me stessa.
Bastare a me stessa.
Bastare a me stessa.
Bastare a me stessa.
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