sabato 19 ottobre 2013

Depressione

Mi alzo dal letto, sono seduta e i piedi sfiorano il pavimento. Mi sento rincoglionita. Vado in bagno a fare la pipì. Comincio a prendere coscienza di me stessa. Di ciò che ho fatto ieri, di ciò che farò oggi, di ciò che succederà da qualche giorno. Non di ciò che sono perchè questa è una considerazione troppo, troppo difficile. Sono ciò che faccio, per ora. E ora... non faccio niente.
Quindi, non sono niente.

C'è un ombra sopra di me che diventa più nera man mano il mio cervello si sveglia.
La sento, è come una coperta spessa, che ti stringe, stringe sempre di più e non ti lascia respirare.
Non ti lascia vedere fuori, non ti lascia vedere dentro.
Ti immobilizza e ti costringe a rimanere così, in una terra di nessuno con nessuno attorno e niente dentro di te.
Completamente sola, abbandonata a lei.

Prendere tutte le mattine la pastiglia di antidepressivo mi fa ridere. Perchè devo sentirmi comunque così, nonostante quello?
La mia parte razionale a volte prende il sopravvento e analizza le situazioni contingenti... ieri mia madre ha detto così e io mi sono sentita cosà... ieri mio papà ha fatto così e io mi sono sentita cosà... ieri la mia amica, ieri il mio ragazzo, ieri tizio caio sempronio e io.... e io. Mi sento sempre male.

Cosa pretendo dal resto del mondo? Forse che esista un principe azzurro che mi salvi da queste tenebre. Ma non esiste. Io sono il principe azzurro di me stessa. Deve svegliarsi da questo torpore, rompere le catene e iniziare a vivere.


Io non ce la faccio. Non ce la faccio. Questa coperta nera e profonda mi avviluppa sempre di più e io mi sento stanca, così stanca, dico chiuderò gli occhi, solo per un minuto, solo per 5 minuti e poi...
il giorno si perde, tutti si muovono e io rimango qui

Intrappolata


In una foresta di catene fatte del mio stesso dolore.

14 commenti:

  1. ehiiii che succede?
    Non ci sono catene abbastanza forti da non essere rotte!
    Forse ora non é ancora il momento perché si rompano completamente..
    Ma se c'é una cosa che penso é che niente si rompe mai all'improvviso e per sempre ma sará un piccolo passo ogni giorno..
    Forse puoi non pensare a come puoi rompere la catena ma a come puoi allentarla pezzettino per pezzettino..
    Giá questo mi sembra molto a cui pensare: "Comincio a prendere coscienza di me stessa. Di ciò che ho fatto ieri, di ciò che farò oggi, di ciò che succederà da qualche giorno."
    Cioé, non é troppo tutto insieme? Ieri era ieri, il futuro..ci penserai dopo..pensa ad ora a ogni istante e a provare a migliorare su ogni sensazione che ti fa stare male nel momento in cui la provi e poi, man mano, ricomporrai il puzzle..
    Non so, io te lo dico perché sono l'ansia in persona :-)
    (E fare tutto e subito é una mia prerogativa, ma irrealizzabile xD)
    Non caricarti troppo sulle spalle, a me sembra che stavi andando benissimo:)
    !Non so nulla sulla depressione per cui magari ora ti dico delle scemate, ma io sento quell'ombra pesante quando inizio a mettere 1000 problemi insieme (reali o immaginari e non ancora accaduti) e li faccio diventare uno grosso..
    magari prova a spezzettare..risolvere una cosa piccola per volta é piú facile che sconfiggere un'ombra grande e minacciosa..
    Ora peró lasciati scivolare via quest'ombra pesantissima..un po come gli esercizi di rilassamento, hai presente?Peró per lasciarla scivolare la devi anche "accogliere"..
    Devi accettare di sentirla, e accoglierla come "un'amica", prima di pretendere che se ne vada..
    E pensare che non é una cosa reale che ha un potere su di te ma solo una sensazione che ora hai data da tante percezioni e pensieri che forse stai unendo..
    Non ha il potere di immobilizzarti davvero, di non farti andare avanti o di farti vedere tutto nero per sempre..
    Ora tu senti che ti sta immobilizzando e che ti sta tenendo ammanettata..lo stai solo sentendo e sentire una cosa non vuol dire che poi sia realtá..
    Magari senti questo perché vorresti essere "piú avanti nel tuo percorso"? O ora sei in uno stato di impazienza per cui vorresti certe cose subito mentre senti che ci stai mettendo piú tempo?
    Cioé come mai ti stai sentendo cosi intrappolata, nonostante nell'altro post avevi ammesso che comunque stavi affrontando le cose e non eri ferma?
    Magari prova a porti questa domanda..
    Come mai ora la senti cosi invalidante nonostante i progressi fatti..
    Magari, potrebbe servirti se la prendessi con piú calma? non so se mi spiego..Tutte noi abbiamo dei limiti umani e dei tempi, ma anche delle aspettative..
    Se le tue aspettative ora stanno lottando contro i limiti facendoti sentire in trappola magari puoi abbassare, per ora, la tua scala di "obbiettivi" ( non solo concreti ma anche emotivi ecc..), cosi da poter fare un passettino alla volta.
    Ma non penso tu sia bloccata, io leggo tutti i giorni quello che scrivi e stai facendo passi da gigante!
    Presto sarai la principessa che verrá a salvarti!anche se penso ci si salvi un po ogni giorno e non é mai una "salvezza" fatta e finita..
    Non ho ben capito la parte sulla razionalitá, se ti senti troppo razionale o in che senso..
    Insomma riassumendo: Step by Step..ma senza voler fare il passo piú lungo della gamba se ora non sei pronta. Questo non ti rende piú debole, o meno "brava" o meno forte, ma solo piú "te".
    ps= quello che ti ha detto la tua amica sulla fine dell'universitá ha un suo senso, sicuramente almeno per me, anche io ho iniziato ad avere tutti i problemi nel momento della fine di questa tappa che é l'universitá..
    A volte non ci si pensa ma una cosa tanto ovvia puó essere quella che fa stare male..
    Liiis! Io credo in te!!! e al fatto che, come dice quel detto, "puoi cambiare quello che si puó cambiare e accettare quello che non puó essere cambiato"
    Un mega abbraccio

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    1. quello che hai scritto è davvero bello e hai perfettamente ragione! bisogna agire e muoversi passo dopo passo, a gradi! ma è anche molto diffiicile da attuare! spesso ci sentiamo fragili o soli, abbiamo bisogno di essere capiti, aiutati e confortati! spesso le persone che ci stanno accanto, pur essendo molte, non ci vedono, non ci sentono davvero! io ho sempre avuto disturbi alimentari da quando mi ricordo di esistere e sono tutti legati a paure, insicurezze, problemi dentro di noi che alcune volte conosciamo, altre volte ne siamo all'oscuro, ma che da soli non possiamo affrontare! altre volte sono proprio le persone accanto a noi che non vogliono ascoltarci, fingono che tutto vada bene, o che la colpa è solo nostra, e ci fanno sentire ancora più male per i nostri errori, per i nostri difetti! quello che hai scritto è perfettamente giusto e ragionevole, ma purtroppo non è cosi facile, neanche fare un piccolo passo in avanti

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    2. Hai ragione!sicuramente non é facile e in un certo senso, forse, l'unica cosa che possiamo fare quando non é facile é lottare perché il "non facile" diventi almeno un po piú facile..
      per le persone che ci stanno accanto, anche su questo ti do ragione e sicuramente c'é , a volte, poca sensibilitá e in generale attenzione verso gli altri..
      per cui avere fiducia é anche difficile peró a me quello che é servito su questo fronte é "smettere" di pensare agli altri e provare a cambiare io..accettando anche il fatto che molto spesso non si viene ascoltati come si vorrebbe ma si puó trarre gioia dall'ascoltare noi gli altri..
      e sicuramente qualche dinamica cambia..
      non é una critica in quanto ti do ragione perfettamente..ma é l'unica cosa che mi ha aiutato e che ha cambiato certi rapporti in cui non mi sentivo ascoltata..
      un abbraccio e non perdete mai la speranza!

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    3. nono so che non è una critica :) appoggio totalmente il tuo modo di pensare ed essere! so bene che dovrei comportarmi anche io cosi, smettere di piangermi addosso chiedendomi perchè le persone a me più care e vicine non mi ascoltino, non mi aiutino, perchè prendano alla leggera i miei problemi e le mie ansie, dandomene una colpa! e me ne do anche io una colpa di tutto ciò, di quello che sono, di quello che faccio... ma una parte di me si ostina a pensare che è anche colpa loro e che le persone in realtà non cambiano... se siamo in un modo, se ragioniamo in un modo, è perchè il nostro cervello è fatto cosi e possiamo illuderci e illudere gli altri di poter cambiare, ma in realtà torneremo sempre ad essere quelli di prima perchè in fondo non siamo mai cambiati veramente. non so se mi spiego. c'è stato un periodo in cui io credevo di essere guarita, di essere cambiata, di riuscire a pensare a me stessa, di stare più tranquilla, fregarmene degli altri che se ne fregano di me... ma è stato solo un breve periodo, e poi è tutto tornato come prima. perchè? perchè io sono sempre la stessa e le persone accanto a me sono sempre le stesse... da sola non posso farcela e loro non vogliono aiutarmi... non può cambiare nulla cosi, non permanentemente

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    4. io ci sono fin dove dici "le persone sono le stesse.."
      Quello ok, non le puoi cambiare..
      ma perché dici che tu ritornarai sempre come prima?Cioé quello che dico é, tu non puoi fare qualcosa per te stessa al di la se loro cambiano o no?
      Ma non perché "devi fregartene di loro che se ne fregano di te", ma magari ci puó essere un'altra strada che non vedi per il tuo benessere..
      cioé magari pensavi che fregartene era la soluzione, hai visto che non ha funzionato..
      ma a volte le soluzioni che vediamo non sono quelle che ci aiutano..non so se riesco a farti capire il messaggio..tu perché dici che non sei guarita?Intendi che non vuoi piú provare a guarire solo perché la prima volta non ti é servito?

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    5. vorrei guarire, vorrei arrivare ad avere una mente pulita e sana nei riguardi del cibo... ma mi sembra impossibile! è come se avessi inculcato nella mia testa che le persone nascono, vivono e muoiono in un modo... ma non possono cambiare, se non raramente e con tanto aiuto. sento che non è il mio caso... non perchè non voglia cambiare, ma perchè non riesco a vedermi cambiare. sono sempre stata tutta la vita ad abbuffarmi, poi non so come ne perchè, sono "cambiata"... ho intrapreso una dieta fatta da me e sono dimagrita in poco tempo... poi ho iniziato ad ossessionarmi dallo stare a dieta e penso di aver passato un principio di anoressia... ti parlo di principio perchè ero sottopeso, ma non eccessivamente... ora sono normopeso, ma mi vedo obesa, mi faccio ribrezzo, e questo perchè sono tornata schiava delle abbuffate... per questo ti dico che le persone non cambiano :( almeno per la mia esperienza

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    6. Beh credo che ho piú o meno inteso cosa intendi..
      Io sono arrivata in terapia con esattamente quella sensazione..di voler cambiare ma allo stesso tempo non riuscivo nemmeno a concepire la sola IDEA di cambiamento (e non per il cibo, quello é venuto dopo..allora avevo altri problemi).
      Per quasi tutta la durata della terapia in certi momenti ti diró che sono andata avanti quasi per inerzia.."giusto per non buttarmi dalla finestra", mettiamola cosi..eppure il fatto che non ci vediamo nel cambiamento, non significa che non avvenga..
      In certe cose posso davvero dire di essere migliorata in un modo che se sapessi com'ero prima non ci crederesti..
      Ma migliorata non vuol dire che ora ho cambiato tutte le persone intorno a me o che io sono perfetta adesso..ma é cambiato il modo in cui io vivo le cose e come reagisco ad esse e con questo, anche se non riesco a cambiare certe persone, vivo la mia vita piú serenamente. Potrá sembrarti poco, ma credo che se non ci fosse stata la persona che mi ha preso in cura, ora sarei penso morta di disperazione..
      Per quanto riguarda la tua esperienza, io ne ho avuta una simile tranne le abbuffate.Io ho iniziato che avevo dei problemi emotivi di fondo e da li ho iniziato come te a non mangiare e dimagrire anche se non sono arrivata a livelli di "fin di vita" grazie alla terapia.
      Da li il cambiamento é stato forse piú difficile in quanto io stessa l'ho ostacolato..E conta che nei periodi restrittivi é piú facile voler rimanere sottopeso e appena si riprende peso farsi schifo..
      Giusto per farti capire, io dopo il periodo di restrizione assoluta mi sono ripresa "abbastanza in fretta", nel senso che appunto come te ho avuto un'inizio di quello che sembrava anoressia (ma con il ciclo) e poi ho avuto una remissione quasi completa in tempi da record rispetto a gente che ci mette anni..
      Eppure ero talmente fissata col sottopeso, che la guarigione mi ha fatto l'effetto opposto inizialmente.
      Ovvero ho iniziato a impuntarmi di arrivare ancora a un peso minimo peggio di prima perché non riuscivo ad accettare la guarigione, alternato a periodi anche io di abbuffate o spizzicamenti+ digiuni..
      Peró piano piano la terapia va avanti e piú accetto la guarigione piú cambio anche a livello cibo..
      peró per cambiare devi farti seguire da qualcuno secondo me, da soli é un casino..
      Affidarti a un professionista con cui ti trovi bene e iniziare un percorso..

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    7. è bello leggere tutte questa positività e rinascita che c'è in te, sono davvero contenta per te! spero di riuscire un giorno a trovare il mio equilibrio anche io! pensa io appena andai sottopeso, entrai in amenorrea (senza ciclo), in quel periodo mangiavo, ma poco per paura di prendere peso, non proprio per dimagrire all'osso, diciamo. ora però è diverso, pur essendo normopeso non riesco proprio a vedermi perchè sono costantemente gonfia e grossa per via delle abbuffate... tutto questo mi stanca e mi far star male e mi preclude anche molte attività per via della pancia che mi fa male! è davvero devastante e brutto, distruggersi con le proprie mani, voler cmq sia stare bene e non riuscire a fare nulla! mi sento impotente

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  2. Pretty, mi hai fatta piangere.... non penso sia una cosa negativa, anzi. Il problema è che hai toccato proprio il tasto dolente con le tue domande: cosa mi fa stare così male?
    NON LO SO.
    Non lo so davvero.
    So che mi sento stranita per la fine dell'uni, so che mi sento in balia del giorno della laurea e non riesco a concentrarmi per studiare la tesi, mi sto limitando a leggiucchiarla e questo mi fa sentire in colpa, sono in ansia perchè sono l'unica della mia famiglia che è andata all'università e quel giorno in aula ci saranno i miei genitori e i miei fratelli e vorrei essere molto brava, di fronte a loro, perchè loro hanno sempre da ridire... può essere che tutto questo mi faccia sentire uno schifo? Mi sembra così assurdo perchè è sempre stato così e pensavo di "essermi abituata".. di certo centrano anche i miei genitori perchè in questi giorni sono piuttosto instabili (uno è allegro, l'altra è arrabbiata e dopo due ore quello che era allegro diventa arrabbiato e l'altra triste e via dicendo) e stando molto tempo a casa i loro cambiamenti di umore me li vivo tutti e si riversano su di me... e io divento apatica, mi chiudo in me stessa e fine.

    Tutte le teorie psicologiche sullo sviluppo infantile affermano che un bambino che vede i suoi genitori cambiare umore improvvisamente e repentinamente non solo attribuirà a sè il cambiamento, ma assumerà un comportamento speculare a quello del genitore: se il genitore è arrabbiato il bambino farà la vittima ("sono stato cattivo"), se il genitore è amorevole il bambino si vestirà il ruolo di bambino felice e perfetto. Quando queste dinamiche permangono anche negli adulti, c'è un problema. Se io so tutte queste cose, le ho studiate, le ho analizzate, le RICONOSCO nel contesto relazionale PERCHE' DIAVOLO NON RIESCO A SUPERARLE???? Forse è questo che mi fa stare più male, il fatto di vedere che intorno a me c'è molto più di quello che si può vedere a livello superficiale, ma non essere comunque capace di utilizzare quelle immagini in più per cambiare qualcosa.
    E qui si ritorna al solito punto: posso cambiare io, ma non posso far cambiare gli altri.
    Ma come posso cambiare io in un ambiente che è la contraddizione allo stato puro? In che modo dovrei cambiare non dico per essere felice, ma quanto meno per nn sentirmi così una merda? Non lo so. Non lo so proprio.

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    1. wow sono scioccata ti giuro! sei davvero brava! non volendo hai spiegato in poche righe la mia vita e il motivo dei miei repentini sbalzi di umore! io non studio psicologia, quindi non avevo idea di nulla di tutto ciò... credevo di avere mille personalità ed esserne allo stesso tempo consapevole... e le mie domande sono le tue domande... come si fa a cambiare noi stessi se non si possono cambiare gli altri? come si fa a cambiare il nostro modo di essere, di pensare, di vivere, radicato in anni e anni di vissuto, se il contesto rimane sempre lo stesso? certe volte mi chiedo se non debba cambiare contesto... magari riuscirò a cambiare... non lo so neanche io

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    2. Penso che la volontà di cambiare, sia sbagliata. Alla fine noi siamo fatte delle nostre esperienze, dolori, gioie e sbagli. Tutto questo dolore e senso di inadeguatezza ti saranno necessari per oodiarli e quindi combattere e annientarli. Forse la sola cosa che può aiutare in questo percorso di guarigione è la certezza di sapere che stai tutelando la tua salute e che hai nuove regole "buone" da seguire, anche se non so quanto siano buone visto quanto odio ti fanno sentire verso te stessa. Ma tu non mollare sai che questa è la strada giusta e non fermarti. Noi ti saremo vicino e tiferemo sempre e comunque per te!! Un forte abbraccio

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  3. quanto ti capisco..cioé é un po quello che provo spesso anche io..e quello che vorrei é farti stare un po meglio ma, figurati che io manco l ho fatta psicologia!


    "Se io so tutte queste cose, le ho studiate, le ho analizzate, le RICONOSCO nel contesto relazionale PERCHE' DIAVOLO NON RIESCO A SUPERARLE????"
    Beh, forse perché riconoscerle o sapere non implica saperle cambiare..questa cosa me l'ha detta una volta la mia psicologa, dopo averle detto: "Ma io lo so che questo mi fa male, lo giuro lo so."
    E lei mi ha risposto: "Ma saperlo non cambia" O meglio si, cambia di certo le cose, ma non é detto che una volta "saputa" o vista, la cosa sia risolta.
    Si tratta sempre dell'essere umani..tu le hai sapure riconoscere ed é giá metá del lavoro..
    Peró forse ti ha messo di fronte al limite che "comunque c'é ancora qualcosa che é al di fuori del tuo controllo".
    Non avere il controllo di qualcosa crea ansia, angoscia. Peró é anche vero che piu si vuole controllare, meno si riesce a controllare..

    Ti capisco anche sul fatto dell'ambiente contraddittorio..almeno anche io vedo cosi quello che mi sta intorno..Io, parlavo spesso della contraddizione in seduta (ti giuro che sembravo fissata)..la mia psico mi aveva chiesto come mai vedevo cosi tante contraddizioni..E quali fossero le MIE contraddizioni..Mi era sembrata una domanda strana peró in effetti ho notato che forse vedevo le contraddizioni di tutti perché volevo attenermi sempre a dei "principi" e quello che ci andava contro erano le contraddizioni..
    Cioé dipende cosa intendi per contraddizioni..del tipo "dicono una cosa e ne fanno un'altra"? ( per me la contraddizione era questo..)

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    1. Ps= e poi magari il fatto dell'uni non potrebbe essere solo l'ansia del futuro?
      Cioé uno dice che sará mai la laurea se ho studiato..trovarsi un lavoro ecc..
      Ok, sono cose fattibili..
      ma per me non é questa la cosa piú grossa, ma la paura dell'ignoto..
      Ho sempre saputo il mio percorso fin'ora. Sapevo bene o male che dopo le medie c'é il liceo, dopo il liceo, c'é l'universitá..
      ma ora?

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  4. Ciao Lis,
    sono stata assente per un bel po' e stamattina ho recuperato tutto quello che hai scritto nell'ultimo mese. Ho letto tutto un po' voracemente (mi ha colpito il modo in cui hai raccontato di come "divori" i libri, anche a me succede lo stesso..anzi ora che ci penso voglio scriverci su un post) ma tornerò con più calma su ogni parola, perchè è tutto densissimo e interessante.
    Per ora ti dico solo che spero sia andato tutto bene alla laurea e che questo "passo" ti abbia tolto un po' di quello stress che ti stava facendo sentire così a terra. Spero che quel giorno simbolico abbia spezzato un po' di quelle catene che ti avviluppavano e tu ora stia prendendo una boccata d'aria libera. Torna a scrivere presto, mi manchi (...da che pulpito ^.^).
    Ti mando un abbraccio di quelli lunghi e belli, di quelli che fanno sentire meno soli e finalmente non più incompresi.

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