martedì 1 ottobre 2013

Varie ed eventuali

Dalle stelle alle stalle. Ieri pomeriggio mentre tornavo a casa ho visto un gattino veramente piccolo che miagolava nel bel mezzo di una strada affollata di macchine che sfrecciavano. Non ci ho pensato due volte e mi sono fiondata per tirarlo via e ci ho messo un po' per recuperarlo da sotto una macchina parcheggiata, l'ho preso e l'ho portato a casa.
Premessa: io ho sempre desiderato un gatto da quando ho memoria, ma i miei non hanno mai voluto (e non ne ho mai capiti i motivi).
Lo ammetto: mi ero illusa della possibilità di tenerlo, ma certo non mi aspettavo una reazione del genere. Arrivo a casa e mia mamma mi guarda con due occhi così O_O e mi dice: "Portalo via subito!"
Dopo una discussione in cui sembrava che io fossi una persona orribile e mia mamma una povera vittima ha osato dirmi: "Riportalo dove lo hai trovato". Ma siamo impazziti?
Ho preso e sono andata al gattile, l'unico posto sicuro in cui potevo portarlo. Non c'era posto e mi hanno chiesto se avessi potuto tenerlo anche solo un paio di giorni. Ho detto loro che avrei voluto ma che non potevo a causa dei miei. Hanno dovuto metterlo in un trasportino perchè non c'era posto da nessuna parte. Mi si è stretto il cuore. E ho passato la notte a piangere a pensarlo lì in un minuscolo trasportino da solo a miagolare mentre avrebbe potuto stare in una cesta di fianco al mio letto.
Da ieri non riesco più a parlare a mia mamma senza aggredirla. Mi infastidisce solo la sua presenza. Come può essere così crudele? Come può pensare solo a se stessa? Io capisco che ritrovarsi un gattino in casa se non l'hai mai voluto possa spiazzare, ma almeno renditi conto che in quel momento non devi pensare nè a cosa vuoi tu nè a cosa voglio io, ma di cosa ha bisogno quel piccolo essere vivente! Era lui ad essere spaventato, solo, infreddolito, potenzialmente ferito e assolutamente innocuo, e doveva essere difeso. Mi aspettavo che mia mamma mi avrebbe permesso di prendermi cura di lui almeno un paio di giorni, per dare tempo al gattile di trovare posto. No. Zero. Pura indifferenza. Non ho mai visto tanto disprezzo in vita mia.

Inutile dire che tutto ciò che avevo recuperato con mia mamma nei giorni scorsi è andato a puttane. La mia mente continua a pensare: "Sei una stupida! Lo sai benissimo che lei ti delude sempre, perchè tutte le volte ci ricaschi?". E questo pensiero non è solo dovuto all'episodio del gatto. Lo stesso giorno ho avuto un colloquio con la psichiatra che mi ha detto che avrebbe voluto chiamare mia mamma per chiederle di partecipare al gruppo genitori (che sarebbe un parallelo della terapia di gruppo che faccio io, solo con i genitori delle pazienti). L'ho comunicato a mia mamma: "Guarda che potrebbe chiamarti la psichiatra chiedendoti di partecipare al gruppo genitori". Lei si è subito innervosita. "Ma perchè, questa situazione non mi piace, come faccio ad arrivare fino a là, come lo giustifico a tuo padre..." Le ho detto: "E' una tua scelta, puoi rispondere alla psichiatra si o no".
La psichiatra mi ha fatto notare una cosa molto importante: nella mia famiglia i legami sono molto "vischiosi" e tutti si appoggiano l'uno sull'altro. Invece ognuno ha le sue responsabilità quindi io devo smetterla di farmi carico di quelle degli altri. La psichiatra ha detto, testuali parole: I tuoi genitori hanno bisogno di essere svezzati. E' una frase forte. Ma penso rispecchi la realtà.


Anoressiche realtà. Oggi sono andata in università. Mentre aspettavo il treno sulla banchina ho visto una ragazza, da dietro. Era magrissima, le gambe avevano lo stesso diametro dei miei avambracci e probabilmente i suoi jeans non mi sarebbero entrati nemmeno se li avessi scuciti e avessi provato a far entrare una gamba sola in uno dei due "buchi". Aveva i capelli che sembravano paglia ed erano molto radi, si vedeva insomma il cranio sotto quei ciuffi quasi elettrici. Si è girata. Aveva gli occhi celesti giganteschi a confronto col viso magro, ma stranamente non eccessivamente emaciato (per intenderci: non aveva le guance incavate, credo solo perchè non avesse fisiologicamente gli zigomi sporgenti). In tutta la mia carriera da "ragazza con DCA" non ho mai visto una ragazza così malmessa. Portava sulle spalle uno zainetto che sembrava pesasse una tonnellata per lei e quando l'ha preso per metterselo sulle spalle si vedeva la fatica che faceva. Sul treno, si è messa in una posizione dalla quale potevo sbirciarla senza che lei mi vedesse. Erano le 14.30. Lei ha iniziato a frugare nello zaino e ha tirato fuori un sacchetto tipo quelli da freezer. Era legato con un chilometro di scotch che ha tolto a casaccio. Dal modo in cui fremevano le sue mani mi è sembrato che stesse quasi per avere una crisi bulimica: era lì che strappava e apriva in maniera quasi animalesca. Tira fuori un pacchetto di patatine piccolo e ci mette un po per aprirlo. Poi finalmente lo apre. Prende una patatina. Chiude il pacchetto. Richiude il sacchetto con lo scotch. Chiude lo zaino. Prende la patatina. Spezza un minuscolo pezzettino e se lo ficca in bocca. Spezza e sgranocchia, spezza e sgranocchia. Così finchè la patatina è finita. Sorriso soddisfatto sul suo volto. La lingua continua a vagare tra i denti per un minuto buono finchè tutte le particelle infinitesimali di patatina sono state prese. Sorride. Sorride. Sembra che abbia 50 anni. Ha il viso rugoso. Ha il viso triste. Sorride.

2 commenti:

  1. Sai incredibile ma stamattina avevo ancora in mente la frase della tua psichiatra sui tuoi che devono essere svezzati (è che stamattina mi sono svegliata litigando con mia madre) e ieri pensavo alla ragazza sul treno..
    Pensavo che quando sento cose del genere mi rendo conto che non voglio essere cosi, non vorrei mai arrivare a essere cosi fissata e mi stupivo però di come alla fine quando sono nel pieno di un comportamento lo considero assolutamente normale.
    Ho ripensato che mi è capitata una cosa simile all'università in cui ho visto una ragazza magra ma di un magro strano, non normale nel senso che pareva prosciugata.
    Con la faccia lunga come l'avevo io qualche anno fa e le braccia molli e magre senza forma e con le ossa un po sporgenti e le guance incavate.
    Mi ricordo ancora che ero con le mie amiche e sono rimasta per un po in silenzio sconvolta. Avrei voluto abbracciarla e dirle "andrà tutto bene". E mi sono resa conto che qualunque parola sarebbe risultata strana: come potevo farle capire che anche io, forse, mi ero sentita un po come lei?
    E ogni volta che mi capita vorrei dire qualcosa ma non saprei cosa. E cosi ti rimane la persona impressa e prego dentro di me che guarisca e vada tutto bene.
    Mi dispiace per il gattino:-( l'ho letto mentre aspettavo la mia seduta e ho pensato "povera:-(" immagino come ti sei sentita. Noto che anche i miei hanno sempre avuto una reazione simile. Ma non perchè siano cattivi e indifferenti è solo che credo non si mettano nei panni dell'animale. Semplicemente perchè non avendo un interesse per gli animali o una certa sensibilità verso di loro, non ci arrivano. Lo so che è brutto, non credo lo facciano apposta con cattiveria. Magari dentro di loro amano anche gli animali, solo che non danno peso alla situazione in se. Io nei miei genitori e in altre persone ho notato questo, mentre chi ha sempre avuto un amore per gli animali fin da piccolo, tende a fare gesti solidali anche dopo..
    Comunque tu hai fatto benissimo a portarlo a casa. E' stata una cosa bellissima e almeno conta che ora sarà più al sicuro, grazie a te.
    Un abbraccio forte

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  2. E' vero, la psichiatra ti ha detto una frase forte, però se pensi che rispecchi la realtà, magari potresti provare a discutere con tua mamma proprio su questa tematica. E chiederle di fare un tentativo di partecipazione al grupppo dei genitori, se questo è importante per te: farle capire per quali motivazioni per te sarebbe importante che lei vi partecipasse. Poi, certo, la scelta sarà sempre e comunque la sua, però almeno poi la farà in piena coscienza di quelli che sono i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti... se tu non le dici niente, invece, lei ascolterà solo se stessa, e se la sua testa le dice che ha "paura" a mettersi in gioco in questo modo, non vi parteciperà sicuramente.
    Comunque è verissimo il discorso sulle responsabilità individuali. Certo, è più facile scaricarle sugli altri, soprattutto se c'è qualcuno tendenzialmente disposto a farsene carico... però, credo che alla lunga il non assumersi le proprie responsabilità non permetta di crescere... Per cui, non essere il ricettacolo delle responsabilità altrui, e concentrati su di te e sul tuo percorso: perchè ora sei tu la priorità.
    Ti abbraccio...

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